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Michael Feinstein e Jean-Yves Thibaudet: un viaggio incredibile nella musica di Gershwin

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Michael Feinstein e Jean-Yves Thibaudet
Il concerto di Michael Feinstein e Jean-Yves Thibaudet, eseguito il 3 dicembre nella prestigiosa Sala Santa Cecilia all’Auditorium Parco della Musica di Roma, è stato un’ode senza tempo alla musica di George Gershwin, un maestro che ha saputo fondere il jazz e la musica classica come pochi altri

Con il repertorio che si snodava tra le immortali melodie di Gershwin, tra cui celebri brani da “Rhapsody in Blue” e le sue celebri canzoni da musical. Il concerto ha offerto un’esperienza unica, sia per gli appassionati di jazz che per gli amanti della musica da concerto. La Sala Santa Cecilia si trasforma: proiezioni di luci colorate dietro i due pianisti distanti eppur vicini al punto di poter suonare “a quattro mani” e sull’ampia navata.

Si presentano, parlano e introducono i brani in tono scherzoso per poi eseguirli alla perfezione.

Michael Feinstein, noto per la sua eccezionale abilità nel reinterpretare il Great American Songbook, ha affrontato con grande classe e rispettosa maestria l’immenso catalogo di Gershwin. La sua voce, calda e ricca di sfumature, è stata l’elemento perfetto per dare vita alle canzoni più amate di Gershwin. Feinstein non è solo un cantante, ma anche un affermato pianista e un grande storico della musica popolare americana. Durante il concerto, il suo approccio alle melodie di Gershwin non è stato solo tecnico, ma anche profondamente emotivo.

Accanto a Feinstein, il pianista Jean-Yves Thibaudet ha dato una prova straordinaria della sua abilità tecnica e del suo virtuosismo. Thibaudet, che ha una carriera consolidata nei repertori classico e contemporaneo, ha affrontato le opere di Gershwin con un approccio fresco e innovativo, ma sempre con il massimo rispetto per la struttura e il carattere delle composizioni.

Michael Feinstein e Jean-Yves Thibaudet

Tutta l’esecuzione del repertorio di Gershwin ha avuto un tocco di magia durante tutta la serata, intervallati da introduzioni ai brani e aneddoti da parte degli artisti (non sempre apprezzati dal pubblico perché solo in inglese).

Il vero momento culminante del concerto è arrivato quando Feinstein ha introdotto l’ultima canzone scritta da Gershwin prima della sua morte prematura, avvenuta nel 1937 a soli 38 anni.

Il brano “The Man I Love”, è una delle sue composizioni più amate, che ha visto la luce nel 1924 ma fu completato solo postumo, nel 1937. La canzone è uno dei capolavori più complessi di Gershwin, sia dal punto di vista armonico che emotivo.

“The Man I Love” nacque come una melodia per un musical mai realizzato, “Goldwyn Follies” ma fu inserita più tardi in “Porgy and Bess”. La sua bellezza risiede nella sua malinconia e nei suoi cambi di tonalità che offrono un ampio spazio espressivo sia per il cantante che per il pianista.

L’interpretazione di Feinstein e Thibaudet di questa canzone ha reso perfettamente giustizia alla sua tragica bellezza e al senso di ricerca e desiderio che pervade il brano.