Romaison, la rassegna romana sulle eccellenze della moda e della sartoria romana, ha dedicato una giornata anche all’universo dei videogiochim grazie all’intervento di Fabio Viola, esperto di cultura digitale e game designer, in diretta con Clara Tosi Pamphili
Viola ha raccontato l’unione tra moda e gaming, due mondi solo apparentemente lontani. Presentato come un vero e proprio esploratore, Fabio è alla continua ricerca di stili e idee innovative per il design delle sue creazioni digitali.
Il mondo della moda è quell’oceano di creatività in cui trova spesso ispirazione per i suoi personaggi e per i loro costumi.
In particolar modo negli ultimi anni, il digitale è diventato ben presto un terreno di sperimentazione stilistica, di creazione di trend e soprattutto rappresenta un importante spazio per la creatività artistica dei designer.
Quegli stessi designer che agli esordi delle loro giovani carriere, decidono di farsi strada nel campo vendendo skill digitali ai giocatori che ne necessitano. In questo modo riescono ad ottenere bei guadagni, utili poi a realizzarsi, perché no, nel campo della sartoria materica tradizionale. Un digitale visto quindi come trampolino di lancio e opportunità di crescita personale e lavorativa.
La cosa fondamentale per chi lavora nel game design, spiega Fabio Viola, è l’essere sempre consapevoli che un videogioco va creato per gli altri, mai solo come pura espressione di sé e del proprio estro creativo. Ecco perché, nei suoi vent’anni di carriera ha sempre avuto come luce guida i gusti e le necessità del pubblico.
Pubblico che, negli anni, è inevitabilmente evoluto, portando l’industria dei videogame a cambiare di conseguenza evolvendosi e strutturandosi includendo sempre più visioni artistiche. Cambiano i giocatori, cambia il modo di progettare il design, la scenografia e i costumi dei personaggi.
Inizialmente il videogioco era un medium che trovava spazio prettamente fra gli uomini in età scolastica e universitaria, facendo sbancare numerosi giochi di guerra. Ad oggi la composizione dei gamer è radicalmente cambiata. Dei due miliardi e mezzo di giocatori, il 40% sono donne, e l’età media si è alzata fino ad arrivare ai 37 anni.
Questo ha portato, senza dubbio, ad un evoluzione dei giochi, dello storytelling e del design ma soprattutto alla presenza sempre più massiccia, grazie ad un maggior pubblico femminile, dell’elemento moda.
Tuttavia è un processo in fase di completamento, infatti non esistono ancora, in questo settore, figure specializzate nel campo della moda per i videogiochi. Manca quindi quel qualcuno che possa apportare nel videogioco quella conoscenza e quella ricerca che solo chi ha studiato fashion design può avere.
Attualmente i giochi di moda che si possono trovare permettono di gestire una casa di moda oppure di personalizzare un avatar, per poi aspettare che gli altri utenti diano una valutazione al look creato.
Ma quale sarebbe il videogame in tema di moda che creerebbe Fabio Viola?
Alla domanda di Clara Tosi Pamphili, il game designer risponde che sarebbe un suo desiderio ideare un gioco narrativo in cui ci sia un lavoro nel campo del fashion che però fa da sfondo ad una storia che faccia capire il potere trasversale che ha la creatività applicata alla moda. Questa sarebbe una sfida che potrebbe stimolarlo e che ancora non è stata accettata da nessuno.
Noi gli auguriamo di vincerla!