Negli ultimi decenni, con l’esponenziale aumento della ricerca di benessere psicofisico e con il miglioramento delle tecnologie, anche le palestre stesse hanno subito un’evoluzione. Siamo passati infatti dalle piccole palestre a conduzione familiare ai moderni centri fitness
In queste palestre è possibile usufruire di ogni tipo di servizio. Dalla SPA con sauna e idromassaggio alla ristorazione, dalla piscina alle postazioni internet.
Tutto questo, probabilmente grazie ad una necessità sempre maggiore di socializzazione e aggregazione, ha portato un numero sempre maggiore di persone ad allenarsi. Queste persone hanno diverse caratteristiche ed esigenze.
Si passa dallo sportivo che va in palestra per migliorare la propria performance, al ragazzo di giovane età che vuole aumentare la massa muscolare, all’anziano che vuole tenersi in forma.
E proprio questa grande eterogeneità di persone con diverse esigenze e diversi caratteri spesso si ritrova in un’unica classe di fitness di gruppo.
Oltre a ciò, con gli obiettivi commerciali che un grande centro si pone, è frequente trovare persone che si inseriscono nelle classi già avviate e che stanno seguendo una programmazione.
È compito del buon insegnante il saper integrare i nuovi senza creare disagio alle persone già pratiche della disciplina. L’insegnante deve lavorare sì sulla pratica, ma anche e soprattutto sulla componente psicologica e sulla motivazione.
Il nuovo arrivato, se non considerato dall’insegnante, potrebbe non tornare più. Viceversa proprio il nuovo arrivato preferisce non essere considerato per motivi di timidezza.
Ma come fa quindi l’insegnante a trarre il meglio da gruppi così numerosi, eterogenei, con diversi caratteri, dando loro risultati e benefici simili?
Ogni carattere infatti deve essere gestito in maniera diversa anche seconda della disciplina.
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