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Emiliano Ottaviani in concerto: poesia, teatro e canzoni

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Emiliano Ottaviani

Lo scorso 30 novembre, nella Fabbrica delle Arti “Artificio” al Tufello, Emiliano Ottaviani si è esibito in un concerto-teatro accompagnato da Gerardo Del Monte al pianoforte e Simone Salerni al fagotto e sax soprano

Poesia, teatro e canzoni si sono alternate sul palco della scuola di musica e teatro Artificio. Brani vecchi e nuovi cantati da Emiliano davanti ad un pubblico attento e partecipe. L’emotività è stata catturata sia per i contenuti dei testi che per l’intensità del cantautore romano. La voce calda di Ottaviani ha cantato “Un caffè al vetro”, “Colpo al core”, “30 denari” e la nuovissima “Troppa pasta” oltre ad altri brani e monologhi del suo repertorio di teatro canzone.

A noi sono piaciuti talmente tanto che dopo il concerto siamo andati nei camerini ad abbracciarli e ne è scaturita un’intervista:

Emiliano quando è nata la tua passione per la musica e per questo genere che ci ricorda gli stornelli romani ma in chiave moderna?
“Ho iniziato a fare musica a 13 anni e a 14 scrissi la prima canzone. Ascoltavo di tutto: cantautori, jazz, blues, classica, rock, sono sempre stato “onnivoro”. Riguardo la canzone romanesca posso dire che fa parte della mia vita fin dall’infanzia. Era routine ascoltare, soprattutto i nonni, canticchiare le celebri canzoni della Roma di una volta”
Nei testi delle tue canzoni vi è sempre qualcosa di autobiografico perché questa scelta?
“Tutto ciò che è esperienza vissuta è linfa vitale per i miei testi. Anche quando si cela dietro a simbolismi e metafore, l’aspetto autobiografico c’è sempre, è un enorme mole di “materiale umano” e fonte di ispirazione”
La musica è anche un modo di aprire gli occhi sulla nostra società ed è la strada che hai intrapreso attraverso le tue canzoni, dove vuoi arrivare?

“Qualsiasi cosa si faccia nel campo artistico, difficilmente può prescindere dal tempo in cui si vive e così è anche per le mie canzoni. Si è vero, scrivo molto di attualità, ma ogni tanto in qualche canzone si fa anche largo la voglia di “evasione” attraverso una scrittura e melodie meno “dirette” e più “ricercate”

Come hai incontrato i componenti della tua band che hanno deciso di intraprendere con te questa avventura?

“Simone Salerni ormai sono diversi anni che collabora con me. Ho sempre considerato l’inserimento del suo fagotto un tratto distintivo molto forte del mio repertorio, un’unicità, un valore aggiunto sia nelle canzoni che nelle esibizioni dal vivo, rispetto ad uno strumento che si è normalmente abituati ad ascoltare nella musica classica. Con Gerardo Del Monte collaboro da quasi due anni ed il suo pianoforte ha conferito quel “tocco” jazz che ho sempre amato ed un’importante maturità musicale a tutto il mio repertorio. Insomma, posso ritenermi più che soddisfatto”.

Gerardo Del Monte, Emiliano Ottaviani e Simone Salerni
Quali saranno i prossimi appuntamenti teatrali e musicali?

“Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti musicali e teatrali, il 28 Dicembre sarò al “Sacripante gallery”, un delizioso locale e galleria d’arte che si trova nel Rione Monti (via Panisperna 59), dove farò un omaggio a Roma con rivisitazioni di celebri canzoni romanesche, alcuni brani del mio repertorio, poesie di Trilussa e sonetti di Belli. Invece dal 18 Febbraio all’8 Marzo 2020 sarò in scena alla “Sala Umberto” con “Sherlock Holmes e i delitti di Jack lo squartatore”, con Giorgio Lupano e Rocio Munoz Morales, spettacolo con cui sarò in tournée in diverse città. Vi aspetto!”