“Insegnatemi l’arte del negromante e le arti per evocare gli spiriti del bosco” fu così che Faust divenne servo del male abiurando Dio. Per brama di potere vendette l’anima al diavolo sigillando il patto con il sangue e con la scrittura
Così da poter chiedere qualsiasi cosa… il potere in ogni sua forma e manifestazione.
“Voglio una moglie!”, “Voglio un libro per evocare gli spiriti”, “Voglio un libro con i moti dei pianeti!”. Accecato dai desideri, Faust baratta quello che gli sembra niente, lontano e inesistente, la sua anima all’inferno per l’eternità, per ambizioni terrene e circoscritte a un breve periodo di tempo. Il dubbio su cosa sia l’Inferno gli balena per un attimo la mente, chiede insistentemente allo spirito che lo traghetterà dove sia, ma non ascolta la risposta…
“L’inferno non è racchiuso in nessun luogo è dove siamo e dove dobbiamo stare tutti è ciò che non è cielo”.
Le sorti di Faust diventano leggenda e l’adattamento moderno di Carlo Emilio Lerici fanno il resto. La traduzione in versi rende omaggio al centenario della nascita di Rodolfo Wilcock. I costumi e la scenografia con la rappresentazione dell’incredibile biblioteca sono cinematografici, sembra di essere in un film, immersi nell’oscurità ed emersi tramite le battute degli attori che con tratti d’ironia sparsi qua e là accentuano il lato dark di tutta la pièce. È senz’altro originale, merito anche della professionalità di Edoardo Siravo e Antonio Salines e con in ordine alfabetico, Francesca Bianco, Fabrizio Bordignon, Gabriella Casali, Giuseppe Cattani,Germano Rubbi, Roberto Tesconi, Anna Paola Vellaccio. Citarli tutti è d’obbligo perché ognuno ha caratterizzato lo spettacolo con il suo contributo fondamentale per la riuscita della pièce.
Un piccolo gioiello dall’Inferno che vi farà riflettere, un po’ timorosi sul “Voglio…” a tutti i costi.
Il “Doctor Faustus” di Christopher Marlowe sarà in streaming al Teatro Belli fino al 7 febbraio 2021.