Con “Diario di New York” edito da Tunué Il Pennino geniale di Peter Kuper esalta il fascino della “Grande Mela”
New York è la Città cosmopolita per antonomasia e la più affascinante metropoli agli occhi del mondo. Piena di contraddizioni, e, anche di odori e colori che si mescolano nel quotidiano al bianco e nero dei grattacieli e delle atmosfere cupe e suburbane, attira milioni di persone all’anno che ne rimangono profondamente colpiti.
New York ha mille facce, ed è questo che l’autore riesce a trasmettere con i suoi fumetti, talvolta irriverenti, più spesso realistici. Una realtà tanto controversa quanto attraente per il mondo intero.
Il fumetto di Kuper è articolato proprio a rappresentare la “non – normalità” respirata nella sua amata città adottiva. Molte sono le finestre aperte su mondi solitari, su caseggiati grigi, sul traffico congestionato, sui mercati urbani.
La costante è il disordinato e caotico tran-tran quotidiano di vite solitarie che si scontrano e incrociano senza interagire.
C’è il trafficante di droga, il venditore di hot dog, il jazzista di Times Square, c’è la folla in metro, il ricco magnate, e anche l’uomo solo che osserva e si sente inghiottito da questa vera e propria Jungla urbana dove ognuno deve andare avanti per la sua strada senza soffermarsi a guardare.
In questo Comics è fortemente presente l’animo ironico e molto politicizzato dell’autore. Tocca temi di rilevanza mondiale come l’attentato dell’11 settembre, il riscaldamento globale, l’uso di armi, il traffico di droga. Tutti con chiari espliciti riferimenti al governo vigente attualmente in America.
I bozzetti di Kuper sono una vera e propria dichiarazione d’amore alla sua Gotham City.
In particolar modo al quartiere più ricco di Manhattan di cui ne descrive, tramite la perspicace sagacia che contraddistingue i suoi schizzi, un ipotetico futuro completamente separato dal resto della città.
Devo dire, che essendo stata a NY, avrei facilmente indovinato la città rappresentata nei vari ritratti proposti da Kuper anche aprendo il diario su una pagina a caso.
La “grande mela” è unica nel suo genere.
Impossibile da dimenticare, v’è qualcosa in essa che ti rimane dentro. Un groviglio di sensazioni ingigantite dalla grandezza delle forme dei grattacieli, dei negozi, delle luci e suoni, in tutte le sue espressioni molto controverse.
Queste molteplici finestre aperte da Kuper sulla città, ne esaltano i colori come in un caleidoscopio, e sconvolgono per la schiettezza l’occhio dell’osservatore a primo impatto.
Attraverso questi spiragli aperti che lasciano entrare bruscamente scorci di vita come raffiche di vento improvvise egli riesce a trasmettere tutta la frenesia, l’irruenza e la forza della città…Un perfetto specchio delle sue percezioni più profonde riepilogato in un cortometraggio muto e quanto mai veritiero di istantanee rubate.
“Diario di New York” di Peter Kuper edito da Tunué sarà in libreria dal 7 giugno.
Carla D’Aronzo
“Susine e il dormiveglia” di Enna, Lefèvre edito da Tunué