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Demi Moore e Margaret Qualley nel body splatter “The substance” di Coralie Fargeat

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"The substance"

Dal 18 al 30 ottobre “The substance” di Coralie Fargeat sarà in anteprima nei cinema italiani distribuito da I Wonder Pictures. Protagoniste Demi Moore e Margaret Qualley.

Demi Moore sogna la fatidica stella sulla boulevard di Hollywood e la ottiene ma, il successo non è per sempre, l’età comincia ad essere una ostacolo al mondo di luci, paillettes e popolarità, che riempiono la sua vita sotto i riflettori e svuotano le sue nottate in solitudine.

La giovinezza sembra l’unica possibilità di restare tra le stelle e si presenta in un pacchetto con  un programma di punture e poche istruzioni. Come ne “Il ritratto di Dorian Gray” il risvolto oscuro non sembra esser così importante, la nascita della giovane sé stessa interpretata da Margaret Qualley nata adulta dal suo corpo sembra l’unica soluzione per sentire ancora il vento del successo.

Le condizioni come in ogni favola sono amare e i tempi da Cenerentola da rispettare.

Naturalmente la bramosia umana ha il sopravvento e il film si trasforma in un body splatter rosso sangue con scene di carne e brandelli ovunque.

L’interpretazione di Demi Moore è senz’altro la più intensa della sua carriera sostiene scene di nudo da far invidia e primi piani macro su ogni dettaglio del suo corpo oltre a competere con il suo perfetto e giovane alter ego.

Gli uomini a partire da Dennis Quaid nei panni del produttore alla caccia di un volto e un corpo giovane sono sminuiti nelle piccolezze dei loro atteggiamenti troppo sensibili ad una fisicità femminile stereotipata. Rappresentati banali e scontati distratti osservatori delle mutazioni tra le due donne di cui non ne percepiscono mai la sofferenza interiore.

Un film che fa riflettere sulla unicità del nostro corpo giovane o vecchio che sia, ma nostro da non dividere con un alter ego pretenzioso in cambio di un futile e patinato superficiale successo che nasconde fragilità umane di cui non si accenna nel film a porre rimedio. Non vi è nessuna relazione significativa, gesto d’amore o empatia.

La regista sottolinea a superficialità della nostra epoca in ogni fotogramma. Non vi è differenza tra un corpo giovane o vecchio se non c’è consapevolezza di sé sono sono involucri di prigionia a cui si è sottomessi e schiavi fino alla fine inevitabile e unica per tutti e splatter per le protagoniste di “The substance” che trovano la pace solo accettandosi ormai quando sono irrimediabilmente diventate informi.