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Cosa ci fareste con il cervello di Einstein? Al Teatro della Cometa arriva “INCOGNITO” di Nick Payne

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Incognito- Nick Payne

Nick Payne, il giovane drammaturgo inglese dopo il successo riscosso a Londra e a New York viene rappresentato per la prima volta in Italia con “Incognito” l’ultima opera scritta nel 2017

Famoso già per “Costellazioni” che ha aperto la stagione a Broadway nel 2015, Nick affronta anche in questa pièce temi legati alla fisica e ai rapporti tra esseri umani che s’intrecciano in un vortice di emozioni.

“Incognito” viene rappresentato da Graziano Piazza, Anna Cianca, Giulio Forges Davanzati e Désirée Giorgetti, mentre la regia è di Andrea Trovato.

Il Teatro della Cometa accentua con la sua architettura e con la sensazione calda che sa dare le interpretazioni dei personaggi portati in scena dalla bravura degli attori.

Si riconosce l’impronta dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico. Gli attori cambiano personaggio in scena davanti al pubblico, solo un gioco di luci ed ombre fa da camerino. Mentre mille piccoli gesti, a volte impercettibili, come il movimento di una mano, i capelli mossi distrattamente o le espressioni facciali delineano la maestria degli artisti. Interpretazioni difficili intense e di calore.

Bravi tutti, nel tenere attento un pubblico in un atto unico, senza cambiare, scene e costumi ma, solo con le parole.

Le vite di questi uomini e donne si svolge su un palcoscenico nudo ed essenziale, scuro, sedie metalliche nere sono gli unici oggetti di scena. Le vite dei personaggi sono distinte una dall’altra eppure le accomuna la disperazione e l’amore umani.

“Siamo un puntino all’interno di un puntino dentro un abisso: l’Universo”.

All’inizio dello spettacolo il cervello di Albert Einstein sembra il protagonista della pièce. Quando il patologo Thomas Stoltz Harvey nel 1955 se ne appropriò, anzi lo rubò eccitato dall’idea di poter sezionare e studiare ogni minima parte dell’intelligenza dello scienziato. Le connessioni e le sinapsi lo affascinavano.

“Siamo alla conoscenza soltanto di una piccola parte di ciò che sta succedendo” recita a un certo punto Thomas mentre la passione per lo studio lo travolge.

La seconda storia è quella di Henry Molaison che epilettico fu condannato nel 1953, in seguito alla rimozione di una parte del cervello, a vivere in un eterno presente.

Non riconosceva più neanche la tanto adorata moglie. Inconscio della presenza di un passato o un futuro, con la memoria attiva ciclicamente e solo nella stessa realtà.

La terza storia, ambientata ai giorni nostri, riguarda Martha una neuropsicologa che, all’opposto del professor Thomas, è convinta della “fortuna” dei suoi pazienti che soffrono di amnesie. Amnesie che li portano a dimenticare dolori e ferite. L’amore con una giovane donna ravviverà la sua vita ormai definita, con una divorzio alle spalle.
Così come l’amore della moglie per Henry che lo sosterrà per gli anni della sua prigionia.
E, l’amore bizzarro del patologo nei confronti del cervello di Albert.
Amori diversi, amori accomunati dalla scoperta per la mente e il cervello in ogni sua forma.

“L’immaginazione è più importante della conoscenza, la conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo” A. Einstein

Incognito- Teatro della Cometa

Photo: Giuseppe Di Stefano

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