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Il debutto di “Corpo elettrico” di Francesconi diretto da Maxime Pascal a Santa Cecilia

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2019 Orchestra della Rai- Maxime Pascal
Il direttore francese Maxime Pascal dirige per tre concerti l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia l’11, il 12 e il 13 aprile all’Auditorium Parco della Musica in occasione della prima italiana di “Corpo elettrico”, il Concerto per violino di Luca Francesconi. Al violino, l’artista moldava Patricia Kopatchinskaja. La seconda parte è dedicata al Boléro e Alborada del gracioso di Maurice Ravel e all’ Iberia di Claude Debussy
Roma, Auditorium Parco della Musica 9 aprile 24
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
in prova
direttore Maxime Pascal
violino Patricia Kopatchinskaja
Francesconi
Corpo elettrico
prima italiana – co-commissione Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Ravel Alborada del gracioso
Debussy Ibéria
Ravel Boléro
©Accademia Nazionale di Santa Cecilia / Musacchio, Pasqualini/MUSA

Ed è proprio il compositore a presentare la sua opera salendo prima dell’inizio del concerto sul palco; alle sue spalle, l’Orchestra pronta per l’esecuzione. Le prime parole di Francesconi “Sono qui per dimostrare che non tutti i compositori sono morti. È una storia ascoltate con la pancia e non con la testa, siamo abituati ad ascoltare dei cliché, ho cercato di andare oltre al contemporaneo, naturalmente c’è una grande energia, quella che viviamo ogni giorno”.

Il concerto è diviso in due parti, il violino, protagonista, diventa elettrico, l’energia si tramuta in elettricità, la violinista crea un conflitto con l’Orchestra che vince avendo una personalità molto forte. Nella seconda parte usciamo dall’opaca abitudine ed è come aprire le tende del palcoscenico di un’opera e trovarsi nell’ Universo dove gli atomi schizzano da tutte le parti. I suoni, a questo punto, provengono non solo dal palco ma anche da gruppi di musicisti “nascosti nella sala”.

Roma, Auditorium Parco della Musica 9 aprile 24
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
in prova
direttore Maxime Pascal
violino Patricia Kopatchinskaja
Francesconi
Corpo elettrico
prima italiana – co-commissione Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Ravel Alborada del gracioso
Debussy Ibéria
Ravel Boléro
©Accademia Nazionale di Santa Cecilia / Musacchio, Pasqualini/MUSA

Quando inizia il concerto, la violinista Patricia Kopatcginskaja comincia a suonare impertinente e provocatoria nei confronti dell’Orchestra. È scalza con una gonna, un corpetto e un’aria di sfida continua. A tratti l’Orchestra cerca di seguirla per poi abbandonare la battaglia.

Suoni quasi alieni provengono ai due angoli della Sala Santa Cecilia e sopra dalla galleria. Parole in inglese riecheggiano agli angoli, di cui si captano chiaramente solo alcune di esse che dialogano tra di loro come in uno spazio cosmico in attesa di ritrovarsi.

Sfregamenti degli strumenti, quasi dolorosi, mentre il direttore Maxime Pascal ondeggia con le braccia nel dare i diversi attacchi.

Siamo decisamente in uno spazio insolito e cosmico in cui però i suoni possono magicamente diffondersi. Lo stridere di essi è come esprimere la difficoltà di trovarsi in un luogo non consono e usuale, con modi impacciati e alla scoperta dell’altro.

Nel finale Patricia sfrega con le mani il violino in direzione dell’Orchestra, del Direttore e del pubblico come in un richiamo continuo di attenzioni.
Patricia Kopatchinskaja
Photo: Marco Borggreve

Le energie allo stato naturale come dice Francesconi ascoltate con la pancia e l’effetto cosmico di fantascienza con il violino concludono la prima parte della serata.

Roma, Auditorium Parco della Musica 9 aprile 24
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
in prova
direttore Maxime Pascal
violino Patricia Kopatchinskaja
Francesconi
Corpo elettrico
prima italiana – co-commissione Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Ravel Alborada del gracioso
Debussy Ibéria
Ravel Boléro
©Accademia Nazionale di Santa Cecilia / Musacchio, Pasqualini/MUSA

Dopo la pausa, necessaria per uno stacco temporale tra presente e passato, l’Alborata del grazioso di Ravel apre la seconda parte del concerto, totalmente diversa dalla prima, tranne nella similitudine del tono impertinente che ricorda la composizione moderna e futuristica precedente.

Il francese Debussy con Iberia uno dei tre episodi che fanno parte de le Images per Orchestra presenta al suo interno tre movimenti dal sapore spagnolo. Partendo dal ritmo dalla sivigliana con l’intensità delle nacchere come si fosse a passeggiare tra le vie e le strade di una cittadina spagnola per arrivare ai profumi della notte più sensuali e risvegliarsi con le campane e un crescendo allegro fragoroso ritmato in un mattino di un giorno di festa in cui si possono immaginare personaggi e vitalità.

Il Direttore d’Orchestra diviene, a questo punto, ancora più sinuoso lasciandosi trasportare dal crescendo del Boleró che comincia con il flauto tipico delle prime note le che lo rende subito riconoscibile. Scandito dal ritmo dell’arpa è trainato dalle percussioni in un crescendo sempre più impegnativo per l’Orchestra. Un concerto unico per l’eterogeneità dei temi in cui la Francia unisce il direttore e la scelta delle composizioni in un’escalation di soddisfazione del pubblico addolcito nella seconda parte con il Boleró per unire al nuovo un’opera rassicurante nella ciclicità del composizione. La scelta ancora una volta del repertorio atta a far conoscere con delicatezza la contemporaneità.

Speciale Brahms a Santa Cecilia con Kelemen al violino, Altstaedt al violoncello e Lonquich al pianoforte