Un successo l’apertura del Cinevillage Parco Talenti dopo tanta attesa e timori che quest’anno la manifestazione alla sua seconda edizione non potesse avere luogo. Ad omaggiare il cinema non poteva mancare l’ospite della stagione: Carlo Verdone
Inutile dire che mantenere le norme di sicurezza è stato complicato. Un attore e regista così amato dal pubblico non poteva che far scattare subito il sold-out. Tuttavia il pubblico è rimasto composto ed ha rispettato le nuove regole. Essere all’aperto inoltre ha dato un maggior senso di libertà che tutti desideriamo.
Appena Carlo Verdone è salito sul palco si è subito guadagnato il caloroso applauso di tutta la platea e dei curiosi all’esterno della recinzione. Il suo modo di parlare conquista subito. Verdone è gioviale e “alla mano”, il pubblico romano si è lasciato trasportare dai ricordi del film “Un sacco bello”, 1997 il suo film d’esordio come regista. Carlo sembra che reciti anche quando parla e gli aneddoti, divertenti, fanno parte della storia del cinema italiano.
Ricordiamo che oggi è stata anche consegnata dal Presidente Giovanni Caudo del III Municipio a Carlo Verdone la targa “per l’invenzione dei suoi personaggi e dei luoghi dell’immaginario di Roma” proprio, come il palo della morte di un Sacco Bello che da 40 anni è ancora luogo d’incontro ferragostano per molti romani.
Al Cinevillage Parco Talenti Carlo Verdone racconta gli anni della sua giovinezza, di Roma come era all’ora e di come abbia voluto fermarla, nel suo film, come se fosse una fotografia.
“Una Roma poetica nella sua solitudine estiva, piacevole, con pochi rumori, le cicale, qualche motorino e le campane il pomeriggio”.
Nel film Carlo racconta una Roma vuota, erano gli anni di piombo, degli attentati, una città deserta, in cui personaggi e il film racchiudono l’anima di Verdone. Ci ricorda anche alcuni aneddoti accaduti durante le riprese:
“Non avevamo un permesso per girare, mi cambiavo dietro le frasche, mi truccavo e mettevo le parrucche per strada. È stato un film fatto in maniera pionieristica che poi è diventato un piccolo capolavoro, girato in solo in cinque settimane e che è costato pochissimo”.
Christian Raimo moderatore della serata gli ricorda il personaggio della spagnola che fu scelta da Sergio Leone “Andò lui a cercare l’attrice in Spagna un giorno dalla mattina alla sera perché io stavo male e mi portò due fotografie” ricorda il regista.
Fu così che Carlo scelse Veronica Miriel “Una ragazza fantastica, solare, simpaticissima che nel film è Marisol. La ragazza imitò perfettamente la scena delle foche rimanendo nuda sul tappeto e colpendo tutta la troupe prima di girare”. Oltre a Sergio Leone un altro nome importante ha segnato questo film, Ennio Morricone con il fischio del finale rimasto nel cuore di tutti i romani in una calda città estiva vuota.
Carlo conclude la presentazione prima della proiezione del film ricordando i tempi passati e dicendo quasi tra sé e sé con un po’ di nostalgia: “eravamo felici”.