Il giovanissimo regista e attore Phaim Bhuiyan è stato ospite lo scorso 20 agosto del CineVillage Talenti dove ha presentato al pubblico dell’arena la sua opera prima: Bangla
La tematica sull’ integrazione affrontata nel suo film è un argomento molto attuale soprattutto nelle grandi città. Bhuiyan la racconta dal punto di vista della seconda generazione (la sua) con molti spunti autobiografici.
I figli di immigrati nati in Italia si trovano, oggi, a fronteggiare un conflitto culturale e religioso. Le difficoltà derivano sia dalla loro famiglia d’origine sia dalla società in cui vivono. Per esempio per sentirsi italiani devono aspettare il compimento del diciottesimo anno e, anche se dopo la burocrazia è snella, fa sentire i giovani non integrati.
Con il sorriso e semplicità Phaim, intervistato dal critico cinematografico Fabio Giusti ci spiega le motivazioni che lo hanno ispirato a realizzare il film. ” Per trattare queste tematiche spesso si è portati a rendere i film molto drammatici, noi abbiamo raccontato la storia di figli di immigrati nati in Italia, attraverso una storia d’amore e quindi le domande che si fa un ragazzo che non può fare sesso prima del matrimonio, ma con ironia. Più che mandare un messaggio abbiamo voluto far porre al pubblico delle domande”.
Il protagonista si chiama come te, quanto c’è di autobiografico nel film?
“La band esiste veramente, e la madre del film è veramente mia madre, il racconto sulle periferie, il quartiere di Torpignattara, che di solito è raccontato solo dal punto di vista della criminalità non rispecchia la realtà, ci sono persone che vogliono studiare e fare una vita normale. Nel mio caso non era previsto stare davanti alla macchina da presa ma l’esigenza del personaggio ha richiesto anche di vedermi come attore. Anche diventare regista non era un percorso programmato, ero uno YouTuber ma senza successo quindi ho deciso di fare regia”.
Molti sono i riferimenti presenti nel film da “Master of None”, 2015 di Aziz Ansari e Alan Yang distribuito da Netflix. L’ironia di “Ovosodo”, 1997 di Paolo Virzì e una scena che ricorda “Harry, ti presento Sally”,1989 di Rob Reiner oppure “Paterson”, 2016 di Jim Jarmusch.
Bangla è un bellissimo film italiano prodotto dalla Fandango e la piattaforma TIMvision. Una storia d’amore tra due giovani ragazzi normali in un film che fa venire voglia di essere migliori.