La Lazio era chiamata a risollevare le sue sorti in quel di Cagliari, dopo le ultime deludenti partite che si sono svolte nelle tre competizioni, eliminazione in Coppa Italia col Milan, sconfitta in casa con la Juventus, e pareggio in casa con la Dinamo Kiev
Ma se nelle prime due la prestazione era stata comunque all’altezza di quanto messo in mostra finora dalla squadra, le ultime due hanno evidenziato un problema del quale mister Inzaghi deve assolutamente farsi carico. La Lazio è stanca, sembra un gruppo di operai allo stremo delle forze, ma che devono assolutamente finire il lavoro altrimenti non vengono pagati. E quindi si arrabattano come possono, trascinandosi sulle gambe con poche idee e per giunta confuse.
Forse è arrivato il momento di cambiare un modulo di gioco. Sì, ha portato tante soddisfazioni alla squadra e ai suoi tifosi, ma che i suoi interpreti hanno ora la lingua di fuori.
Mentre altri calciatori di talento scalpitano in panchina, non trovando spazio appunto in un modulo che non ne prevede l’utilizzo.
Il Cagliari ha fatto la sua onesta partita, quella di una squadra che deve lottare per salvarsi e ci mette tutto quello che ha, agonismo, determinazione, sacrificio.
E dal momento che la Lazio, pur superiore tecnicamente, non ha messo in campo gli stessi ingredienti, ne è uscito un pareggio che sostanzialmente è giusto.
Ma, che la Lazio ha trovato solo per una prodezza del suo attaccante all’ultimo minuto, la quale può tranquillamente essere annoverata tra i colpi di fortuna che aiutano gli audaci che ci provano.
La partita inizia con il possesso della palla da parte della Lazio. Nessuna delle due squadre produce nulla di concreto fino al 13’, quando il gioco è stato interrotto per un tributo a Davide Astori, che aveva per l’appunto la maglia n. 13.
Si prosegue fino ad un tentativo di tiro di Luis Alberto da fuori area al 23’, che precede il gol del vantaggio del Cagliari al 24’, realizzato da Pavoletti che ribatte in rete un colpo di testa di Han su cross di Niangue respinto in un primo momento da Strakosha. 1-0.
Nell’immediata reazione della Lazio Immobile finisce a terra in area per un contatto con Barella, ma l’arbitro sorvola tra le proteste dell’attaccante che viene ammonito. Occasione per la Lazio al 30’ ma Radu non aggancia in area un invito di Luis Alberto su punizione. La rete del pareggio arriva al 34’ con Leiva che conclude di testa una punizione di Luis Alberto. 1-1.
Si va al riposo con questo risultato.
Nella ripresa la partita assume toni più agonistici, per il tentativo della Lazio di vincerla, non suffragato però da una condizione fisica necessaria per schiacciare l’avversario nella propria metà campo.
Così il Cagliari riparte ogni volta con decisione, arrivando al 69’ quando, per un’indecisione incredibile su un facile disimpegno difensivo Luiz Felipe si fa beffare da Pavoletti. Il difensore commette un fallo punito con il calcio di rigore, però solo dopo un lungo consulto dell’arbitro con la VAR.
Barella trasforma il penalty. 2-1.
La Lazio ricomincia ad attaccare a testa bassa, in versione super offensiva.
Finalmente con tutti i suoi giocatori di maggior talento in campo. Ma che non riescono ad incidere più di tanto, in quanto la condizione e l’intesa sono elementi che si acquisiscono con la continuità di prestazioni e non con l’estemporaneità dei pochi minuti della disperazione.
Così arriva la dea bendata ad aiutare la squadra biancoceleste. Immobile di realizza un gol da antologia con un colpo di tacco a palombella su cross di Anderson al 94’, che pareggia sia il risultato in partita, sia il conto con la fortuna stessa, avendone subito uno al 93’ con la Juventus. 2-2 e tutti a casa.
Valter Laurenti
Photo: Valter Laurenti