Mentore e allievo, Brahms e Dvořák in un concerto sublime dai toni romantici, diretto dal maestro Jakub Hrůša e interpretato dal violoncelista Edgar Moreau dal 24 al 26 maggio sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma
L’esibizione, suddivisa in due parti, è iniziata con il Concerto in si minore per violoncello e orchestra op.104 di Antonín Dvořák. Al violoncello il francese ventiquattrenne Edgar Moreau in prima assoluta a Santa Cecilia. Diretto insieme all’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia dal Maestro cèco Jakub Hrůša. Entrambi eleganti e decisi. Il primo romantico e armonioso, il secondo ricco di quel fervore necessario per dirigere un’orchestra così importante.
Hrůša viene da Praga come Dvořák. Nelle sue mani si ritrovano impregnati i timbri delle melodie dell’est e si percepisce la piena sintonia del direttore con il compositore ottocentesco.
Mentre l’interpretazione di Moreau è maestosa, conforta l’anima e accoglie applausi calorosi del pubblico, soprattutto di quello giovane. Che sublima nel bis con la Sarabande n.3 di Bach.
La seconda parte dell’esibizione è dedicata a Brahms con la Sinfonia n.1 in do minore op.68. L’opera fu rappresentata in età avanzata dal compositore che, forse portava il fardello della genialità riconosciuta in lui da Schumann. In realtà fu un trionfo atteso e confermato. Tra similitudini con la Quinta di Beethoven e a Symphonie fantastique di Hector Berlioz nell‘Andante sostenuto, Brahms ha composto una Sinfonia unica in un mix tra cuore e ragione con un finale portentoso.
La grazia unita alla fermezza del direttore Jakub Hrůša, uno dei direttori più acclamati della scena internazionale, si potrà ammirare ancora a Santa Cecilia anche il 21, 22 e 23 febbraio 2019 con Joshua Bell.
Sara Cacciarini
La stagione 2018-2019 a Santa Cecilia
