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Taranto attraverso gli occhi dei bambini in “Bangarang” di Giulio Mastromauro all’Ischia Film Festival

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"Bangarang" di Giulio Mastromauro

In concorso nella sezione lungometraggi “Bangarang” di Giulio Mastromauro all’Ischia Film Festival è distribuito da Zen Movie. Un punto di vista diverso su Taranto la città con la più grande acciaieria d’Europa

Riprese su volti di bambine e bambini che in gruppo si muovono nella città, liberi, la telecamera li segue, alla ricerca della loro quotidianità oltre la scuola. Bambini liberi innocenti e incuranti del mostro che avvelena la città. Giulio Mastromauro con originalità ha dato vita a una Taranto diversa, coi colori rosati della polvere rossa che si deposita sulle superfici, i residui della polvere di ferro, che si mescolano con una religiosità intensa e speranzosa, immortalati dalla fotografia di Sandro Chessa.

Un cavalluccio marino nel bellissimo mare di Taranto

Ad accentuare la libertà dei bambini alcuni fotogrammi si intrecciano a cavalli dal manto scuro, senza briglie e delfini che nuotano come i piccoli che, autonomi, vanno a cena da soli, a fare il bagno in mare, a spasso nel quartiere, indipendenti e con sogni semplici, desideri facilmente realizzabili. Lavorare come estetiste o parrucchiere, per passione.

Mastromauro ci mostra i pericolosi wind days i giorni in cui il vento obbliga la popolazione a rimanere chiusa in casa perché sarebbe troppo pericoloso uscire per la circolazione delle polveri.

“Un film che ascolta e osserva l’infanzia nelle periferie industriali di Taranto che è una città meravigliosa che ospita dagli anni sessanta la più grande acciaieria a ciclo completo d’Europa e racconta come l’infanzia viva inconsapevole la minaccia ” dichiara il regista dopo essere rimasto incantato dalla bellezza della città da cui ha tratto ispirazione per il suo film.

In tutto questo Bangarang (è una parola giamaicana e significa tumulto, disordine, caos) alla fine del film ci chiediamo come possano ancora vivere così e come non sia possibile fare qualcosa.

Giulio Mastromauro riesce nel contrasto tra la bellezza e l’invisibile minaccia a dare una tensione continua di pericolo nella normalità. È tutto troppo normale da fare paura.

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