I Giardini della Landriana si estendono per oltre 10 ettari all’interno di una grande tenuta sul litorale laziale, presso Tor San Lorenzo ad Ardea, a 35 km a sud di Roma. Dal 7 al 9 ottobre ci sarà la ventunesima edizione di “Autunno alla Landriana” con una vasta esposizione di piante, appuntamenti dedicati al bio e consulenze per la progettazione di giardini e terrazzi con Maury Dattilo
Una doppia occasione è quella che si prospetta a partire da domani e per tutto il fine settimana, approfittando della famosa ottobrata romana con il rialzo delle temperature, di una passeggiata sul litorale laziale. È una combinazione unica per passare una giornata all’aperto da abbinare alla mostra mercato e la visita ai Giardini della Landriana.
Abbiamo visitato i Giardini della Landriana con Cinzia Masiello, divulgatrice e guida della tenuta, partendo proprio dalla parte esterna dove gli spazi sono occupati due volte l’anno da vivaisti e non vivaisti provenienti da tutte le regioni d’Italia in particolare dalla Sicilia, la Toscana e dal Veneto.
Nel 1956 i terreni dove oggi ci sono i Giardini furono acquistati dalla marchesa Lavinia Taverna, sposata Gallarati Scotti, contessa di Landriano, un borgo lombardo ove la famiglia Taverna nel Cinquecento possedeva un feudo con annesso castello.
Entrambi cercavano un podere vicino al mare.
Il podere fu acquistato tramite un’asta giudiziaria ed era un’area poco appetibile: era stata attraversata dagli anglo-americani dopo lo sbarco ad Anzio durante la seconda Guerra Mondiale e la zona era da bonificare perché disseminata da bombe inesplose. I coniugi restaurarono la dimora e, anche se all’inizio era solo un’azienda agricola, furono poi introdotte circa 3000 specie arboree e arbustive.
Lavinia in principio si limitò a piantare solo pini ed eucalipti vicino alla dimora. Poi come descritto nel suo libro “La compagnia di un giardino”, 1982 in cui descrive le fasi evolutive del giardino, tutte le altre specie.
L’inizio nacque quasi per scherzo, Lavinia era totalmente estranea alla passione nei confronti delle piante, quando le regalarono dei semi di Godezia (Godetia grandiflora). Da quel momento la marchesa vide che crescevano bene e, aiutata anche dagli storici vivai Margheriti, cominciò a collezionare una serie piante diverse. Fino a quando un amico di famiglia il Conte Sanminiatelli della tenuta di San Liberato di Bracciano, le presentò l’architetto paesaggista Russell Page. Nacque così una collaborazione per alcuni anni con Lavinia Taverna.
La particolarità è la collezione di piante e gli spazi suddivisi con uno scopo preciso: è pensato come una grande casa con stanze formali e informali.
Lavinia non voleva che somigliasse a un parco pubblico. Infatti, in terra non c’è ghiaia ma tufo giallo e grigio peperino, non troviamo panchine e neanche i grandi orizzonti tipici dei parchi.
La stanza, invece, ci suggerisce un luogo dove possiamo meditare e sentirci in intimità con il paesaggio naturale. Oltre a poter ammirare un albero o arbusto che ci riserva una sorpresa quando varchiamo la soglia.
Le stanze formali si ispirano al giardino rinascimentale, spazi ortogonali e potature geometriche, parallellepipedi e sfere. Con una prevalenza di sempreverdi e poca concessione al colore. Dominano ordine e misura, un esempio si può trovare a Palazzo Farnese a Caprarola, Villa Medici a Roma e Villa Lante a Bagnaia. Mentre le stanze informali si rifanno all’idea dei giardini inglesi che, nonostante l’intervento dell’uomo, sembrano non regimentati, qui troviamo la concessione al colore. Le stanze in stile inglese sono la parte più “romantica” quelle italiane la parte la più “rigorosa” dei Giardini.
Questa è solo una parte della storia dei Giardini della Landriana che potrete ammirare da domani fino a tutto il fine settimana esplorando le stanze dell’immensa tenuta e, come avviene solo due volte l’anno, anche il mercato di vivaisti.