Autonoumus (Autonomo) è dedicato ” A tutti i robot che mettono in discussione la loro programmazione”, già racchiusi in questi due spunti si puo’ trovare tutto il significato del libro.
Il romanzo è ambientato in un futuro, non molto lontano da noi, il 2144. Popolato da umani, dai “Bot” i robot dalle sembianze umane, robot veri e propri e soprattutto in un’epoca in cui le case farmaceutiche hanno il dominio sulla popolazione. In particolare la Zaxy che ha prodotto un farmaco speciale lo “Zacuity” un potenziatore della produttività, la cui principale proprietà è quella di rilasciare una forte dose di dopamina. Utilizzato e commercializzato nelle aziende per dare un senso di benessere ai lavoratori e indurli a fare di più.
“Si insinuava sotto la lingua e il lavoro cominciava ad essere più piacevole, faceva godere a lavorare”.
Tuttavia la Zaxy aveva nascosto un piccolo dettaglio, lo Zacuity creava dipendenza anche dopo la prima o la seconda dose, inducendo le persone a lavorare sempre di più fino alla morte.
Judith Chen, (Jack), biologa sintetica, dai capelli neri corti spruzzati di grigio e una grossa cicatrice che le partiva dal collo con un passato turbolento in nome della fedeltà ai suoi principi. Lottatrice per i diritti umani, riproduce il farmaco per poterlo dare a tutti senza distinzioni sociali, ignara degli effetti collaterali.
Il farmaco venduto al mercato nero avrà una vendita e danni incontrollati. Jack in lotta contro il tempo e il senso di colpa per aver distribuito tutte quelle dosi di Zacuity cerca un “antidoto”, qualcosa da sintetizzare in laboratorio per fermare l’epidemia di dipendenza da dopamina.
L’incontro con Trezeta l’umano schiavo fuggiasco e con Med una scienziata Bot, un robot sperimentale, che ha avuto genitori e un’infanzia, perché “i progettisti credono che i robot che acquisiscano con più successo l’autonomia” la porteranno nel laboratorio del suo primo e unico grande amore al cui fianco aveva lottato più di vent’anni prima nel 2118: Krish.
Dopo vent’anni ritorna al Free Lab .
Per lei era l’ultima spiaggia, andare al Free Lab, così ricco di ricordi e doloroso, ma solo lui poteva aiutarla a trovare una terapia contro la dipendenza da farmaci, di cui lei era causa involontaria.
Eliasz e Paladin un Bot, entrami sulle sue tracce, la inseguono senza sosta. Jack e i suoi collaboratori hanno solo due giorni per trovare una terapia, le morti aumentano i poveri umani sono all’oscuro della dipendenza creata dallo Zacuity. Riusciranno a trovare la terapia in tempo e come potranno distribuirla a tutti? Rinascerà l’amore tra Jack e Krish oppure nuovi intrecci tra bot e umani creeranno sfaccettature diverse di amore ancora mai provato?
Ho amato molto questo libro, rientra nella categoria di libri da leggere tutto d’un fiato, fresco e frizzante, idee nuove e riferimenti scientifici perfetti e precisi hanno stuzzicato la mia mente aprendola verso nuovi orizzonti futuristici.
Annalee Newitz (nata nel 1969) americana, è giornalista e autrice di fiction, co-fondatore anche di alcuni blog tra cui io9 “We come from the future” dove si occupa di scienza e Gizmodo sito web di tecnologia. Il connubio tra questi due interessi è stato probabilmente la scintilla per la creazione del suo primo romanzo fiction Autonoumus in uscita il 26 ottobre 2017 in Italia, casa editrice Fanucci Editore pubblicato nella collana Narrativa tascabile.
La traduzione è di Annarita Guarnieri.
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