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“Artisti all’Opera”. Da Picasso a Kentridge a Palazzo Braschi fino all’11 marzo 2017

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La storia del Teatro Costanzi, divenuto nel 1928 il Teatro Reale dell’Opera di Roma attraverso gli occhi degli artisti.

In questa mostra “sensoriale” si potrà ammirare la messa in scena di un’opera da diversi punti di vista; dai registi agli scenografi, dai disegnatori ai pittori, dai ballerini ai cantanti. Un viaggio completo all’interno dell’Opera superando le frontiere dell’arte.

Entrando nello splendido cortile di Palazzo Braschi da Piazza Navona, la musica incomincia a stimolare l’udito. Imponente. Le arie più famose ci accompagnano sulle scale fino all’interno del Palazzo. Siamo dentro il Teatro dell’Opera, la campanella d’inizio ci segnala di affrettarci per esplorare il percorso. Lo spettacolo sta per cominciare.

Il Teatro Costanzi fu fondato da un imprenditore romano: Domenico Costanzi nel 1880, amante dell’arte, accolse i migliori spettacoli dell’epoca fino a quando nel 1926 il Comune di Roma lo acquistò.

Entrando nella prima sala si può ascoltare il rumore dell’Orchestra che accorda gli strumenti, da alcuni angoli si possono intravedere le sarte che sistemano i costumi e in un video sbirciare una cantante che si esercita nei vocalizzi.

L’Opera è intorno a noi.

Ogni sala presenta un artista, i suoi disegni, i costumi e le scenografie utilizzate dal 1880 al 2017.

Nella prima si possono trovare disegni e i costumi di Caramba (Luigi Sapelli) l’inventore dell’arte costumistica moderna e i tessuti stampati di Mariano Fortuny. I due spesso lavoravano insieme come per l’opera “I maestri cantori di Norimberga” di Richard Wagner. Alla morte di Caramba il Teatro Reale dell’Opera, diretto da Tullio Sera ne acquista gli abiti teatrali, tuttora conservati nei magazzini di via dei Cerchi a Roma insieme a un patrimonio di altri 80.000 costumi.

In un’altra sala otto splendidi abiti de “Il cappello a tre punte” disegnati da Picasso. Lo spettacolo fu rappresentato nel 1920 e l’artista ne curò anche ogni minimo particolare della mise en scène.
“Il cappello a tre punte” Pablo Picasso

Continuando a seguire la musica si incontra Enrico Prampolini, uno dei maggiori esponenti del futurismo e le maschere copricapo di Mirko Basaldella in cartapesta dipinte a tempera ( “Création du monde” 1955).

Giorgio de Chirico con i bozzetti e i costumi per Otello ( 1963) e ancora Scialoja, Clerici, Cagli e Luzzati con lo splendido costume  “La gola” per “I sette peccati capitali” di Veretti (1967) coinvolgono lo spettatore.

Nel dopoguerra l’opera romana riprende con il balletto astratto-cubista di Renato Guttuso e “Jeu des cartes” 1948, “La sagra della primavera” e la “Carmen” ne sono i protagonisti.

Luchino Visconti  con “La vestale” inizia la collaborazione con Maria Callas e Zeffirelli suo allievo ne continua il lavoro non solo al cinema ma anche debuttando a teatro nel 1963 con “Falstaff “e la grandissima costumista Lia de Nobili. 

I nomi famosi ci portano ai giorni nostri fino ad arrivare alle ultime rappresentazioni più moderne le cui scenografie e costumi sono proiettati nell’ultimo salone.

“La cenerentola” di Emma Dante 2016, “Benvenuto Cellini” di Terry Gilliam 2015, “Lucia di Lammermoor” di Luca Ronconi 2016 e” La traviata” di Sofia Coppola con l’imponente scalinata, sono solo alcuni esempi.

Un viaggio da non perdere nella storia del Teatro dell’Opera, patrocinata da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Fondazione Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna. Immagini Istituto Luce.

Fino all’11 marzo 2018 a Palazzo Braschi, Roma.

Installazioni video a cura di Umberto Saraceni (Visual Lab)

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