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Da oggi al cinema si torna nello spazio con “Alien Romulus” prodotto da Ridley Scott

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"Alien Romulus" prodotto da Ridley Scott e diretto da Fede Álvarez
Uno nuovo film della saga Alien, cominciata da Ridley Scott nel 1979, è quello che aspetta nelle sale cinematografiche italiane dal 14 agosto il pubblico affezionato al mostro alieno e agli “effetti speciali di una volta”. Prodotto dallo stesso regista del primo film “Alien Romulus” ha alla regia Fede Álvarez, nel cast Cailee Spaney, David Jonsson, Archie Renaux, Isabela Merced, Spike Fearn e Aileen Wu il film è distribuito da The Walt Disney Company Italia
Cailee Spaeny as Rain Carradine in 20th Century Studios’ ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

In un futuro dispotico nel quale l’unico desiderio è poter vedere il Sole, vive in una perenne nebbia sporca e polverosa, la giovane Rain Carradine (Cailee Spaney che ricordiamo per la sua interpretazione in “Priscilla”, 2023 di Sofia Coppola) abita con il suo sintetico (David Jonsson) un uomo-macchina che ha l’incarico di proteggerla. Orfana, la ragazza passa le giornate lavorando in una colonia mineraria e dormendo in futuristiche brande in affitto sperando di poter riscattare un posto lontano dalla miniera.

Cailee Spaeny as Rain Carradine and David Jonsson as Andy in 20th Century Studios’ ALIEN: ROMULUS. Photo by Murray Close. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Quando l’ex fidanzato e gli amici di lui propongono a Rain un viaggio per andare prendere le capsule criogeniche su una stazione spaziale abbandonata ed essere subito liberi, lei pur con proteste e reticenze accetta. In realtà serve loro il suo sintetico essendo l’unico che può aprire le capsule.

David Jonsson as Andy in 20th Century Studios’ ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.
L’incontro con la creatura Alien che nel frattempo si è riprodotta è atteso, così come il finale del film (aperto), gli effetti speciali sono spettacolari, sul grande schermo colpisce il silenzio voluto in ricordo della frase “Nello spazio, nessuno può sentirti urlare”.

Silenzio e rumore frastornante si alternano durante le due ore di film e, tra combattimenti e uccisioni vi è una morale, il sintetico di colore rimane alla fine il più “umano” di tutti. Lo sceneggiatore ci pone davanti all’IA e alle scelte che può fare, sacrificando il minor numero di persone senza criteri soggettivi ma, sopratutto, se non convenienti, senza tentare sulla base di calcoli logici di salvare qualcuno, impresa invece riuscita agli umani guidati dal solo istinto. La sottile differenza sulle decisioni prese, mette in risalto la molteplicità degli aspetti della mente umana e la rigidità dell’IA, per come la conosciamo oggi.

Alien non è cambiato è sempre lo stesso o la stessa: gigante, affamato, con doppie bocche e con un unico desiderio di far riprodurre la sua specie rimanendo come l’ape regina l’unico esemplare in grado di farlo. Troviamo anche, come richiamo al primo film, il sintetico Ash (Ian Holm) colui che ha tutte le colpe della diffusione di Alien, di cui ci aspettiamo la redenzione.

Il lavoro di ricerca di Fede Álvarez è stato in sinergia con Riley Scott e James Cameron regista di “Aliens-scontro finale”, 1986 questo ha permesso intuizioni in linea con tutta la saga rendendo realmente il film un sequel dei precedenti. Sullo schermo ha raccontato e girato la storia in maniera lineare, ossia cronologica per dare il senso agli attori e al cast di tutta la trama completa con una crescente tensione ricostruendo alla perfezione i dettagli del primo film.
Director Fede Álvarez on the set of 20th Century Studios’ ALIEN: ROMULUS. Photo by Murray Close. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Il set è stato completamente realizzato in studio, comprese le astronavi, i corridoi, tutto reale, questo ha permesso agli attori di entrare più profondamente nei personaggi. Per rendere il sequel aderente alla sua posizione storica divenendo una trilogia unica tra “Alien” e “Alien -scontro finale” il regista e i filmaker hanno studiato ogni dettaglio degli anni ’80 nei fotogrammi del film tutto è identico, i dettagli della Corbelan sono come quelli della Nostromo comprese tazze, cereali e macchina del caffè. Anche i due moduli della stazione spaziale Renaissance sono in stile con i film precedenti. Nessun particolare è trascurato e la passione che ha messo il regista si percepisce in ogni fotogramma con questo ritorno al “passato” ricco di contaminazioni moderne che ne garantisce il successo.