Nel corto “Al-sit” la regista racconta di una donna, la più anziana della famiglia che nella società matriarcale in Senegal ha il ruolo decisionale sulla scelta dello sposo, per le ragazze, destinate a matrimoni prestabiliti, in questo caso, per la nipote quindicenne Nafisa
Entrambe vivono in un villaggio rurale ricco per la raccolta del cotone, sono bellissime le immagini e la fotografia (di Khalid Awad) e i primi piani di Nafisa (Mihad Murtada) mentre raccoglie i morbidi ciuffi dalle piante di cotone nei campi, eterei e leggeri come la giovinezza. La ragazzina non dice una parola durante tutto il cortometraggio eppure, la sua presenza e la sua volontà sono chiari, parla con gli sguardi, è innamorata di un suo coetaneo (Babiker) e non vuole andare in sposa ad uno sconosciuto. Quando arriva il ricco promesso sposo anche lui senegalese ma migrato nella terra dei nemici inglesi (ricordiamo la storia coloniale del Senegal) i silenzi di Nafisa nascondono i suoi timori. Lo osserva dalla finestra mentre prepara il tè, guarda il suo grande orologio da polso, il suo completo blu, le sue scarpe lucide, mentre i suoi sogni volano verso il suo innamorato.
Ma colei che deciderà a chi andrà in sposa Nafisa è Al-sit, la donna anziana (Rabeha Mohammed Mahmoud), colei che ha sulle spalle l’esperienza e la visione di una scelta giusta.
Il cortometraggio “Al -sit” di Suzannah Mirghani è in concorso nella sezione Cortometraggi in concorso all’Ischia Film Festival 2021 fino al 3 luglio.