“A different man” scritto e diretto da Aaron Schimberg distribuito da Lucky Red e Universal Pictures International Italy con Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam Pearson sarà nelle sale italiane dal 20 marzo
Edward (Sebastian Stan) è un uomo dal volto trasfigurato che lo porta ad isolarsi e non avere relazioni di nessun tipo. Vive a New York in un appartamento con una perdita d’acqua dal piano di sopra di cui soffre passivamente la frustrazione. La sua unica reazione è mettere un secchio sempre più grande e spostare il divano, fino a quando nella bacinella non cade un topo enorme. Angoscia e solitudine sono accentuate dalla fotografia in Super 16 millimetri (del direttore della fotografia Wyatt Garfield) che ne rendono ancora più cupa l’atmosfera.
La sua esistenza sembra dipendere tutta dall’immagine riflessa nello specchio, da quello che lui pensa di trasmettere agli altri e la cui convinzione lo porta a ad essere sempre più malinconico, fino a quando si sottopone, invogliato da un medico, ad una cura innovativa che fa regredire e mutare il suo viso fino a diventare perfetto.
Convinto che tutto dipendesse dal suo aspetto esteriore si lancia nella vita e anche la realizzazione del sogno, che inizialmente sembrava avverarsi, recitando la parte di lui prima della trasformazione, svanisce. Comincia a dubitare, del suo nuovo aspetto, ma non può tornare indietro al punto da desiderare di indossare la maschera, in scena e nella vita privata. La sua vicina di casa Ingrid (Renate Reinsve) e amante nonché sceneggiatrice del copione sulla sua vita si innamora di Oswald un altro aspirante attore con il volto trasfigurato come era Edward prima della cura, ma dal carattere totalmente diverso: estroverso, sicuro di sé, latin lover, con una ex moglie e un figlio, “ruba” la parte a Edward e la donna.
Edward non può più tornare indietro, e il dubbio che il regista insinua nello spettatore è se davvero il nostro aspetto fisico ci rende quello che siamo oppure è il nostro atteggiamento, la nostra sicurezza e personalità a definirci come persone e nei nostri successi?
Guardando il film ci immedesimiamo in lui, soffriamo, facciamo il percorso di “rinascita” con Edward per poi renderci conto che nella stessa situazione con un carattere diverso e una sicurezza personale opposta il successo è stato raggiunto da Oswald (Adam Pearson) senza doversi sottoporre a nessuna cura medica irreversibile.
Una personalità, quella Oswald, che buca i pregiudizi e avvicina alla vera essenza della persona, per dare valore oltre a ciò che vediamo, invitandoci a una riflessione a valorizzarci per ciò che siamo.
Uscendo dalla sala anche a noi Oswald è più simpatico del perfetto nuovo Edward la cui personalità è rimasta la stessa di prima pur cambiando il volto.
Il regista Aaron Schimberg crea la giusta tensione del thriller, con contaminazioni ironiche, accentuate dal ritmo della colonna sonora di Umberto Smerilli, diventa un incubo, per il protagonista, a cui non può più sottrarsi, a volte, con sfaccettature grottesche come la scena del rapporto sessuale di Ingrid con Edward durante il quale gli chiede di indossare la mostruosa maschera di scena per eccitarsi di più.
“A Different Man” è il terzo film del regista, presentato in anteprima al Sundance nel 2024 dove ha ottenuto numerosi riconoscimenti e candidature. Grazie a quest’ultimo film, il regista, è stato segnalato da Variety tra i “10 directors to watch 2024”.
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