Per il quindicesimo anno consecutivo Robert Mcduffie ha riconfermato la sua passione per la musica classica e per i giovani talenti, offrendo un’opportunità unica sia a loro che al pubblico romano dal 3 al 7 giugno nella splendida cornice di Palazzo Barberini
Robert anche quest’anno affiancato dall’organizzatrice dell’evento Jacopa Stinchelli, i 23 giovani artisti e 15 musicisti di fama mondiale, propone al pubblico romano un repertorio vastissimo e fantasioso.
Inizia le prime due serate del 3 e 4 giugno, con Antonín Dvořák, Gioacchino Rossini e Pierino e il lupo di Prokifiev. Il 5 giugno sarà in programma Antonio Vivaldi, Georg Friedrich Händel, Vivaldi e Brahms.
Il 6 giugno Camille Saint-Saëns, Vincent D-Indy e César Frank.
L’ultima serata quella del 7 giugno cambieranno i ritmi con le tonalità del tango di Piazzolla, samba e bossanova con Barroso e Mendonça.
Jacopa Stinchelli è dal 2006 il capo coordinatore.
La fondazione rcmf è gemellata con quella americana dal 2012. Autofinanziata ha alle spalle davvero molto lavoro.
Uno dei suoi principi è quello di lottare per il valore della cultura non sono in Italia ma in tutto il mondo che Jacopa definisce un’emergenza culturale.
Il festival è nato in seguito ad un viaggio effettuato da Robert Mcduffie il direttore artistico a Roma prima del 2001.
Coincideva con l’attentato alle torri gemelle in America, per lui e per molti è stato un momento di svolta. Fu in quell’occasione che Robert decise di fondare un festival di musica da camera, perché ancora non esisteva a Roma.
Da allora ogni anno è un appuntamento molto amato e atteso.
Jacopa ci spiega il duro lavoro che c’è dietro alla riuscita di un buon festival “Oltre al lavoro di organizzazione, mi occupo tantissimo della selezione dei giovani talenti, sono 23 i giovani dal tutto il mondo che arrivano al Rome Chambre Festival. Sono selezionati attraverso i contatti con i conservatori durante tutto l’anno. La partecipazione alle selezioni è totalmente libera, chiunque può mandare il video e il curriculum perché uno dei nostri principi è premiare unicamente le capacità. L’atmosfera che si crea è bellissima, i giovani amano Roma e desiderano fare questa esperienza”.
Per la prima volta quest’anno non abbiamo scelto la sala di Pietro da Cortona ma facciamo una cosa diversa. Palazzo Barberini è il tempio del barocco, abbiamo deciso di fare i concerti nell’ala sud del primo piano. La sala principale è più piccola ma ci sono più sale come comunicanti, in una vi è anche uno schermo, nel caso fosse piena quella principale. La sensazione è quella di stare in una casa per dare la stessa sensazione della musica da camera originale”.
La musica da camera nasce in una casa, il compositore ospite decideva di comporre appositamente i brani, si invitavano le persone, si offriva un bicchiere di vino.
Anche al rmcf è stato ricreato lo stesso ambiente intimo, con un aperitivo prima del concerto offerto dall’azienda agricola Casale del Giglio.
Un connubio tra sapori, musica ma anche estetica che viene gratificata dalle opere esposte per l’occasione di Marck Art, l’artista siciliano.
Perché l’estetica unita al sentire al vedere e all’ascoltare potenzia le sensazioni dell’anima.
La serata del 4 giugno è stata perfetta, i musicisti e l’organizzazione sono riusciti a ricreare quell’intimità rara e potente che si crea poche volte. Le emozioni dei giovani vibravano nell’aria prima dell’esibizione.
Sublimi i violini e le interpretazioni delle opere di Antonín Dvořák e Gioacchino Rossini. Pierino e il lupo di Prokifiev è stato originale, ideato e diretto da Enrico Stinchelli, anche se non ha rispecchiato i gusti di tutto il pubblico, soprattutto nella scelta del personaggio del nonno con le immagini del nostro Presidente, forse ci stiamo ancora leccando le ferite degli ultimi accadimenti.
Bravo il conduttore della storia che con ironia ha dato una chiave di lettura diversa di un classico tanto amato. Eccellente il clarinetto del famoso e amatissimo dal pubblico Alessandro Carbonare.
Le serate continueranno fino la 7 giugno con una programmazione accattivante.
L’impegno congiunto di Stati Uniti e Italia rende possibile il De Simone & Partners Young Artist Program (anche noto come De Simone & Partners Missione Giovani) oltre ad un grande lavoro di scouting compiuto attraverso la Fondazione RCMF in Italia e in Europa e tramite l’attività didattica e il programma del McDuffie Center for Strings presso la Mercer University di Macon in Georgia e nel resto del mondo.