Che il calcio si debba giocare in undici contro undici, quando e da chi è stato deciso? Quello che è successo mercoledì sera al Franchi sembrerebbe smentire clamorosamente questa regola.
Sì, perché Fiorentina e Lazio, ridotte entrambe in dieci per l’espulsione di un giocatore per parte, hanno dato vita ad una partita d’altri tempi. Intensa, spettacolare, combattutissima, quasi epica, che i tifosi laziali ricorderanno nella storia della squadra, e non solo per i motivi già elencati.
Ma andiamo per gradi.
La Fiorentina, compattatasi come non mai dopo la tragedia della morte di Astori, veniva da una serie di sette risultati utili consecutivi. La Lazio aveva dimostrato nel derby di essere una squadra vivissima sotto l’aspetto fisico.
Inizia la partita e con essa la girandola di emozioni.
Al 7’ il portiere viola Sportiello viene espulso per aver parato con le mani fuori area. Nemmeno il tempo quasi di pregustare il vantaggio della superiorità numerica che viene ristabilita la parità numerica. L’arbitro D’Amato espelle Murgia, per un fallo da ultimo uomo su Chiesa, ma il fallo resta dubbio e montano le prime polemiche. Sul susseguente calcio di punizione la Fiorentina passa in vantaggio con Veretotut. 1-0. Al 29’ un fallo di Luiz Felipe su Biraghi in area viene punito con il rigore. Il fallo è anch’esso piuttosto dubbio e l’arbitro dimostra una palese confusione mentale non ammonendo Luiz Felipe come da regolamento. La Lazio sarebbe rimasta in nove perché il giocatore era già stato ammonito.
Veretout trasforma il rigore. 2-0.
La Lazio però non accusa il colpo come in altre occasioni e, anzi, comincia a macinare gioco. Al 36’ Leiva viene atterrato a sandwich in area, in un chiaro fallo da rigore, ma l’arbitro sorvola senza neanche consultare il VAR. Al 39’ Luis Alberto accorcia le distanze con una bella punizione. 2-1. E qualche minuto più tardi la Lazio riagguanta la partita con un colpo di testa di Caceres su calcio d’angolo. 2-2 e si va al riposo.
Si torna in campo senza sostituzioni.
Al 5’ viene annullata una rete a Simeone per fuorigioco, e la 9’ la Fiorentina torna in vantaggio ancora con Veretout, che sigla la sua tripletta. 3-2. Pochi minuti dopo viene decretato un rigore per la Lazio. Sul punto di battuta però interviene il VAR che annulla la decisione per la posizione di fuorigioco di Immobile.
Al 24’ la Lazio Pareggia.
Felipe Anderson si impossessa della palla e da venti metri lascia partire un tiro ad effetto che si insacca alla sinistra del portiere. 3-3. Sull’onda dell’entusiasmo per il pareggio la Lazio trova il vantaggio al 28’ con una spettacolare azione di scambio tra Luis Alberto e Marušić, con lo spagnolo che anticipa Pezzella e segna il 3-4.
La partita finisce praticamente qui.
La Lazio porta a casa tre punti da un campo difficilissimo, giocando una partita di gran carattere contro tutto e tutti. Contro l’avversario, contro un pubblico di casa ostile, da quando la Lazio di Zeman ne rifilò otto alla squadra viola, il 5 marzo 1995, contro un arbitraggio a dir poco in giornata nera, e contro forse un sistema calcio che non l’ha mai vista, quest’anno, al pari delle altre pretendenti per un posto in Champions. Invece la Lazio è lì, al pari della Roma e un punto sopra l’Inter. Si preannuncia un finale di campionato scoppiettante.
Valter Laurenti