“One Earth Tour 2018” è il nome della tournée mondiale dei Kodō, il gruppo musicale di percussionisti giapponesi, iniziata a gennaio
In Italia si esibiscono in solo tre date, la prima che si è tenuta all’Auditorium Parco della Musica lo scorso 9 marzo e le altre due l’11 e il 12 marzo a Milano al Teatro Dal Verme.
I Kodō costituitesi nel 1981 hanno debuttato al Festival di Berlino dello stesso anno. Da allora la tradizione musicale giapponese viene portata in giro per il mondo. La cultura nihongo unita alla disciplina, la meditazione e rigore tipici di questo popolo, appassionano sempre di più l’Occidente. La parola Kodō 子ど ha in realtà due significati, entrambi molto affascinati. Il primo è “bambino del tamburo” e allude alla volontà dei Kodō di suonare con la semplicità e l’animo puro dell’infanzia. Il secondo “battito del cuore” paragona il suono del taiko (il tamburo giapponese) al battito del cuore del feto nel ventre della madre.
Lo spettacolo ha inizio.
Le luci diventano soffuse, entrano quattordici artisti, vestiti di bianco e a piedi nudi. Uomini e donne, simili di altezza e di figura, muscolosi ed eleganti come solo i giapponesi sanno essere. Suonano i taiko, la pelle vibra sotto le bacchette, cambiano la modulazione del suono prima con la mano e poi con il gomito creando melodie diverse. A turno eseguono il loro assolo al centro del gruppo. Ognuno protagonista con uno stile diverso.
Emanano energia, passione e forza che culmina con il suono dell’o-daiko il gigantesco tamburo diventato il simbolo stesso del gruppo.
Un suono ripetuto, ritmico, viscerale e sanguigno ne scaturisce fuori, mentre l’artista a schiena nuda coinvolge il pubblico con un suono che diventa a poco a poco ipnotico.
Uno spettacolo d’effetto arricchito anche da coreografie semplici ma intense accentuate dall’oscurità. Come le luci delle lanterne simbolo simbolo spirituale sulla testa mentre i percussionisti cantano e suonano ballando.
Un successo meritato grazie al direttore artistico Tamasaburo Bando, riconosciuto dal 2012 dal governo giapponese “Tesoro nazionale vivente”. Il pubblico ha amato questo “fuori programma” dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e aperto alle novità, ha applaudito calorosamente.
Photo: ©Musacchio & Ianniello
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