Ciao a coloro che si sono presi un attimo per leggere il mio racconto. Come vi dicevo nel capitolo scorso, non sempre ho lavorato alla raccolta in farm
Infatti, sono stata ad operare in una fabbrica di fagiolini ed asparagi, lì ho avuto a che fare con datori di lavoro onesti con la “O” maiuscola.
I loro nomi sono John e Fran e mai potrò dimenticarli.
Erano persone molto rispettose anche se, forse ad impatto iniziale, potevano sembrare un po’ fredde e impostate, forse per le origini inglesi dalla quale provenivano.
Ma sicuramente anche per via della carica che avevano e per le grandi responsabilità assunte.
La fabbrica era abbastanza grande e si trovata a Red Cliff, un paese vicinissimo a Mildura.
Il lavoro si svolgeva su una linea, e ad ognuno di noi era assegnato un lavoro specifico.
Io mi trovavo alla fine della linea dove, cadevano tutti gli asparagi in un box ed io mi dovevo assicurare che non fossero rovinati in superficie e dovevo fare un modo che fossero allineati.
Ogni box doveva pesare attorno agli 8 kg e una volta raggiunto il peso dovevo essere veloce abbastanza per portare il cartone su un pallet e stare attenta alla nuova scatola che si stava riempendo.
La linea non si fermava per molte ore e a volte risultava abbastanza stressante.
Ma i boss erano soddisfatti del mio operato e questo mi dava la forza di non mollare e di fare sempre del mio meglio 😊.
Ero piaciuta molto a loro e loro moltissimo a me, tant’è vero che ci mettevo tutta me stessa in ogni cosa che facevo.
Infatti, quando poi, ricevetti la proposta di un lavoro in cucina, che persino loro, sapevano che non avrei potuto rifiutare, si erano dispiacquero moltissimo mi offrirono uno stipendio più alto.
Che amarezza, che dispiacere immenso che ho sentii.
Ma non vorrei nemmeno dilungarmi troppo.
Ad ogni modo, se quindi, dovessi riassumere e dirvi cosa penso dell’esperienza che ho vissuto, beh è stata incredibile, ho capito che ogni cosa comporta fatica, che nulla è semplice ma che niente è impossibile!
Inoltre, grazie all’esperienza di farm ho realmente compreso cosa significa vivere di semplicità.
Nei campi nessuno si preoccupa di come sei vestito, nessuno verrebbe mai a chiederti perché sei struccata o perché indossi magliette macchiate o persino bucate.
Nessuno ti guarderà con malizia e/o giudizio.
Non esiste maschio o femmina, africano o italiano.
L’unica cosa che importa sono le tue mani.
Ad oggi non ricordo davvero quando è stata l’ultima volta in cui mi sia truccata, non ricordo l’ultima volta in cui mi sia messa una gonna o delle scarpe eleganti.
Sinceramente non ne sento nemmeno la mancanza. Non mi sono mai sentita così bene e a mio agio. Spero di riuscire a sentirmi nella stessa maniera anche una volta che tornerò a casa.
Open Your Mind ! Provateci perché potreste davvero sentirvi molto più leggeri.
Ora vorrei, invece, parlarvi della mia esperienza Culinaria.
Iniziai quindi a lavorare a Brewery, un pub-ristorante-birreria.
Era un posto immenso ed era anche molto carino. Gestito da un uomo molto conosciuto qui a Mildura e in Australia perché oltre ad aver avuto diverse esperienze culinarie, ha anche partecipato ad alcuni programmi televisivi.
Al ristorante facevamo il servizio di pranzo e di cena, io mi preoccupavo principalmente nella preparazione di tutte le basi e gestivo inoltre la sezione degli antipasti.
Come lavoro, non era male, c’erano alcune cose che non condividevo, ma d’altronde la perfezione non esiste.
Quali sono stati i miei dubbi?
Cosa ho imparato? Cosa mi sono portata dietro?
Sono tutte domande a cui troverete una risposta nel prossimo capitolo 😊.
Spero stiate apprezzando i miei scritti e spero vi stiano lasciando un qualcosa.
Giorgia Marcon