La mostra appositamente creata da una collaborazione tra l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) rimarrà al MAXXI fino al 29 aprile 2018
A poco più di un secolo dalla formulazione della teoria della relatività di Albert Einstein, che ha trasformato radicalmente la cosmologia, Gravity indaga le connessioni e le analogie tra arte e scienza, dimostrando la profonda influenza dello scienziato tedesco sul pensiero contemporaneo.
LA RIVOLUZIONE DI EINSTEIN
Sul finire del 1915 la visione dell’universo viene clamorosamente scardinata dalla teoria della Relatività Generale di Einstein. Da allora, i concetti di spazio e tempo non sono più assoluti ma relativi e dipendenti da chi li osserva. Prende forma lo spaziotempo, dove l’universo non è costituito da tre, bensì da quattro dimensioni: tre spaziali e una temporale, inscindibili tra loro. Solo la velocità della luce è grandezza assoluta e limite insuperabile. In questo universo si propagano le onde gravitazionali, “vibrazioni” prodotte dalle masse in movimento che deformano lo spaziotempo.
La scoperta delle onde gravitazionali, a un secolo dalla previsione di Einstein, è stata premiata lo scorso ottobre con il Nobel per la Fisica 2017.
MA VENIAMO AL PERCORSO DELLA MOSTRA:
Consiglio di accedere direttamente dall’ascensore, in questo modo vi troverete subito nella prima sala che, buia, vi farà subito catapultare nell’universo.
Installazioni scientifiche, reperti storici e simulazioni di esperimenti, come il Cannocchiale di Galileo e lo Specchio di Virgo (l’interferometro laser che capta le onde gravitazionali), dialogano con opere di artisti moderni e contemporanei: da Marcel Duchamp ad Allora & Calzadilla, Peter Fischli e David Weiss, Laurent Grasso, Tomás Saraceno.
Quest’ultimo ha creato un’opera il Cosmic Concert di cui fa parte un ragno vivo della specie Nephila Senegalensis, collocato in una struttura aperta esso tesse ogni giorno la sua tela. Una cassa collegata tra la seconda opera il Cosmic Taste (pulviscolo cosmico) e la ragnatela trasforma in suono e rilascia del pulviscolo di povere ad ogni vibrazione della stessa. Il tutto viene ripreso da una telecamera e proiettato su uno schermo. La terza opera connessa è il KM3NeT, realizzata in collaborazione con l’INFN, rivela i suoni filtrati dagli abissi, captati dal telescopio sottomarino Km3 collocato a 3500 metri di profondità al largo di Capo Passero, in Sicilia. Creato per lo studio delle particelle invia anche le vibrazioni nella sala. L’ultimo strumento siamo Noi, un interferometro converte i nostri movimenti in suono.
Tomás Saraceno vuole dimostrare con la sua opera gigantesca che tutto è interconnesso nell’universo. Lo stesso artista ha realizzato le due sfere all’ingresso di tutta la struttura del MAXXI.
Tantissime sono le altre opere esposte, dai significati diversi, elencarle senza spiegarle sarebbe riduttivo, possiamo indicarvi alcuni incontri tematici e le attività educative per “prepararvi “al percorso. In ogni caso quando percorrerete la mostra potrete consultare i mediatori scientifici presenti nella sala.
Il ricco programma, intitolato GRAVITY. OLTRE LA MOSTRA a cura di Vittorio Bo e Irene De Vico Fallani, vede come protagonisti: Fabiola Gianotti, Direttore Generale Cern, con Fernando Ferroni, Presidente INFN (8 febbraio 2018)
Gli artisti Allora & Calzadilla con il filosofo evoluzionista Telmo Pievani (14 febbraio); il neurobiologo di fama internazionale Harald Atmanspacher con il filosofo Roberto Casati (16 febbraio); il filosofo Massimo Cacciari con il fisico e matematico Mario Rasetti (9 marzo), Mons. Gianfranco Ravasi con il Presidente dell’ASI Roberto Battiston (22 marzo 2018), l’artista Laurent Grasso con il neurobiologo britannico Semir Zeki (27 aprile).
Special guest: Samantha Cristoforetti (10 aprile).
Il progetto, fortemente voluto da Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, è il risultato di una inedita collaborazione del museo con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI, presieduta da Roberto Battiston) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN, presieduto da Fernando Ferroni), con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca. Il main partner è Enel, primo socio privato della Fondazione MAXXI, che ha scelto di sostenere proprio questa mostra per il suo alto valore culturale e di ricerca, offrendo l’ingresso gratuito a un ricco programma di incontri con scienziati, filosofi, artisti. Leonardo sostiene le attività educative legate all’esposizione.
Gravity, immaginare l’Universo dopo Einstein al MAXXI di Roma
Il ragno è alimentato e idratato e si trova nelle condizioni di temperatura e di umidità indicate dall’Associazione Italiana di Aracnologia.
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Foto di copertina:
19, 20, 21_Aeroke di Tomás Saraceno e Modello dell’Antenna Cassini nell’allestimento al MAXXI in occasione della mostra GARVITY. Immaginare l’Universo dopo Einstein
2017
Photo Cecilia Fiorenza, courtesy Fondazione MAXXI