Porto a spasso Molly in tarda mattinata. Facciamo la passeggiata lunga, verso i campi da tennis a via Isolabella.
Alcuni giorni fa, passando di qui, mi sono detto: “Devo fare qualcosa qui ai campi da tennis prima o poi”.
Bisognerebbe girare un dialogo durante una partita. Solo che io non so giocare a tennis. Ho solo preso qualche lezione, secoli fa.
Però magari riesco a sostenere un facile palleggio. Non dico un match appassionato.
Ok. Mi allenerò. Promesso.
Ieri sera sono andato a vedere il “Re Lear”.
Trattandosi di una tragedia che parla di re e di corti, insomma, di gente coi soldi, abituati alla bella vita, e agli sport più chic, mi sa che entro e chiedo se posso filmare di corsa una delle mie piccole pillole. Ci metto poco. Vado. Mi dicono di sì. Ok.
Ho giusto il tempo di correre a casa, lasciare Molly, infilare i pantaloncini, e precipitarmi di nuovo ai campi. La battuta da recitare l’ho già scelta, e la so a memoria.
Poi vediamo, qualcosa m’invento.
C’è una signora americana che sta finendo la sua lezione. Sarebbe troppo chiederle di entrare nel video. Meglio di no. Francesco, l’istruttore, è molto gentile.
Eccomi sui campi. Mi spoglio. Ci sono quattro gradi. Francesco mi dice: “Sei coraggioso”. “Cosa non si fa per Shakespeare”, rispondo io.
E poi dicono che gli attori sono tutti viziati!
Enrico Petronio
