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“La signora omicidi” al Teatro Quirino protagonista Paola Quattrini con un’ironia irresistibile in una commedia da non perdere

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"La signora omicidi" al Teatro Quirino nella foto Pambieri e Quattrini
Teatro della Città di e Acast Produzioni presentano al Teatro Quirino fino al 16 marzo uno spettacolo che affonda le radici in una delle commedie più classiche del cinema britannico, “Lady Killers”, 1955 di Alexander Mackendrick. Tratto dall’omonimo racconto di William Arthur Rose “La Signora Omicidi” si distingue per la sua capacità di mescolare humor brillante, intrighi surreali e personaggi inconfondibili. L’adattamento teatrale, firmato da Mario Scaletta, e la regia di Guglielmo Ferro riescono a tradurre con grazia la frizzante atmosfera degli anni Cinquanta, rendendo omaggio al film cult senza mai perderne l’eleganza comica accentuata da Paola Quattrini

La Signora Omicidi2 prende vita a Londra, dove una vivace e anziana signora di nome Louise Wilberforce vive da sola in una modesta casa dove affitta le stanze. Pur non essendo particolarmente astuta, Louise (Paola Quattrini) è una donna dotata di una curiosità quasi infantile, che la spinge a entrare in contatto con personaggi non sempre affidabili. Un giorno, un uomo misterioso, il Professor Marcus, si presenta come musicista e chiede di affittare una stanza. Non appena Louise accetta, scopre che Marcus non è affatto chi dice di essere: in realtà, è il capo di una banda di criminali che ha in mente un piano audace e pericoloso. La banda, composta da alcuni loschi personaggi, è intenta a rubare una cospicua somma di denaro, ma l’imprevisto si presenta sotto forma di Louise, che comincia ad accorgersi di più di quanto dovrebbe.

La vera ironia della storia nasce dal contrasto tra la totale inconsapevolezza della signora e la spietatezza dei malviventi. Louise, infatti, senza volerlo, inizia a smascherare i piani del Professor Marcus e della sua banda, sfidandoli con il suo spirito da “detective improvvisata”. Quando la signora Louise scopre la vera attività della gang, si sente colpevole come loro, ma certo il suo appartamento, pieno di crepe, potrebbe essere ristrutturato… questo è il suo malizioso pensiero. La trama si sviluppa con una serie di situazioni grottesche e comiche, dove equivoci e inganni si susseguono in modo rapido, creando un’atmosfera di suspense sempre bilanciata da un umorismo finemente orchestrato.

Nel ruolo della vivace Louise Wilberforce, Paola Quattrini offre una performance esilarante e magistrale. La sua ironia, unita a un’incredibile capacità di incarnare l’ingenuità del personaggio, crea quel connubio perfetto che sostiene l’intera pièce. La sua Louise è naif, ma non priva di acume e grazie a questa contraddizione riesce a trasformare una trama che, seppur semplice, potrebbe sembrare priva di risvolti intriganti, in una storia ricca di ritmo e colpi di scena.

Paola Quattrini, con la sua energia e il suo talento, è l’indiscussa protagonista che porta avanti l’intera narrazione, regalando al pubblico momenti di pura comicità, ma anche di grande tenerezza.

Accanto a lei, Giuseppe Pambieri è il Professor Marcus che incarna alla perfezione l’oscuro e carismatico criminale, ma anche un uomo che non manca di un certo fascino in ogni sua ambiguità. Un personaggio che gioca sull’equilibrio tra il fascino del mistero e la clamorosa mancanza di scrupoli. La chimica tra i due protagonisti è la vera anima dello spettacolo, e la loro interazione regala risate e colpi di scena in ogni scena.

Mario Scaletta, Roberto D’Alessandro, Pietro Casella e Nicola Paduano arricchiscono ulteriormente la trama con caratterizzazioni che giocano su sfumature comiche e drammatiche, dando vita a una serie di personaggi che, pur minori, sono fondamentali per il gioco degli equivoci che alimenta la trama.

La regia di Guglielmo Ferro pur non stravolgendo il materiale originale, porta la storia a una dimensione teatrale che ne amplifica la dimensione umoristica. Ogni gag, ogni situazione ambigua viene dosata con un tempismo perfetto, mantenendo lo spettatore costantemente sul filo del riso e della suspense.

La scenografia di Fabiana Di Marco è un omaggio alla Londra degli anni Cinquanta, curata nei minimi dettagli e capace di evocare la classica atmosfera di una città che si sta modernizzando ma che conserva ancora tracce di un passato più ingessato. Ambientata interamente in un’unica stanza, la scenografia fa percepire l’esterno con grande maestria, grazie alla sua capacità di rendere il contesto londinese senza mai mostrarlo. I costumi di Graziella Pera non sono da meno, con la loro ricercatezza che contribuisce a delineare i tratti distintivi dei vari personaggi, ma senza mai risultare eccessivi. L’accuratezza nei dettagli rende ogni scena ancor più immersiva e coerente con il periodo storico.

La Signora Omicidi è un lavoro teatrale che fa della leggerezza e della risata il suo punto di forza, senza dimenticare la profondità dei suoi personaggi e la sottile critica sociale. La combinazione di una scrittura pungente, una regia frizzante e un cast affiatato rendono questa produzione una vera e propria chicca per gli appassionati di teatro e per coloro che cercano un intrattenimento intelligente e ben realizzato. Lo spettacolo ci ricorda che, nonostante i pericoli e le difficoltà della vita, a volte la forza di un personaggio può risiedere nella sua apparente fragilità. In scena “La Signora Omicidi” è più di una semplice commedia, è un gioco di equilibri sottili, un trionfo di eleganza comica e di imprevedibilità.

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