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Debussy, Prokofiev e Bramhs l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia e Clara-Jumi Kang diretti da Harding

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Roma, Auditorium Parco della Musica 06 03 2023 Daniel Harding nominato Direttore Musicale dalla stagione 2024/25 ©Accademia Nazionale di Santa Cecilia / Musacchio, Ianniello & Pasqualini
Si chiude il mese di novembre con un concerto straordinario dal 28 al 30 novembre il Direttore Daniel Harding accompagnato da Clara- Jimi Kang al violino, che sostituisce per un problema di salute Lisa Batiashvili, dirige l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia in un programma dall’impronta “pastorale” con Claude Debussy, Sergej Prokofiev e Johannes Brahms

Delicatissimo e inconfondibile Debussy nel “Prélude à l’après-midi d’un faune”. Un risveglio per il fauno a bordo di un ruscello, a lui nel torpore del risveglio le immagini sognanti di due sensuali ninfe, dieci minuti di preparazione per il pubblico al tema successivo. Debussy è in questo caso come una mise en bouche se si può fare un paragone culinario, lascia la voglia di iniziare un pasto e in questo caso di ascoltare Sergej Prokofiev con il “Concerto per violino e orchestra n.2 in sol minore op.63”. Qui entra in scena Clara- Jimi Kang in un lungo abito nero drappeggiato in disegni floreali oro.

La maniera di dirigere Harding dirige in maniera fluttuante come se lui e l’orchestra fossero sospesi in aria e si addice perfettamente alla scelta dei temi della serata. Sincrono con il violino ne accentua la sofferenza nel secondo movimento che si conclude con le corde leggermente pizzicate da Kang per poi trovare lo stile più riconoscibile di Prokofiev nell’ ultimo movimento in cui il violino è accompagnato dagli altri archi e da contaminazioni spagnoleggianti con le nacchere e triangolo.

Oltre alla bravura il pubblico ammira l’eleganza e la compostezza della violinista che omaggi al pubblico con un bis prima di salutarlo.

Clara-Jumi Kang al violino

 

Il secondo tempo si apre con ritmi danzanti della “Sinfonia n.2 in re maggiore, op. 73” di Brahms chiamata anche pastorale o sinfonia viennese. Tutta la sinfonia è caratterizzata da un susseguirsi di calma tumultuosa alternata impeto fragoroso che si trova nell’ adagio ma non troppo ma che si continuano ad alternare toni crescenti vigorosi a calmi e teneri.
Qui Harding pur nella sua dolcezza e fluidità nel dirigere ha un imperativo più accentuato sull’ orchestra attraverso la bacchetta nella mano destra e che la sinistra accompagna ondeggiante.
È nel terzo movimento che il significato pastorale rende forma dalla tipica danza austriaca
L’ultimo tema chiude ed esplode in una grandiosissima esultanza sempre attraverso una calma apparente che improvvisamente cresce per poi concludersi con l’Allegro con spirito.

Daniel Harding © Julian Hargreaves

Un programma perfetto che è solo un debutto a Roma perché (con l’aggiunta della Messa da Requiem di Verdi in programma a Vienna il 7 dicembre) verrà eseguito dall’Orchestra di Santa Cecilia diretta da Daniel Harding con Lisa Batiashvili al violino, in una nuova tournée europea con concerti alla Philharmonie di Parigi il 2 dicembre, alla Philharmonie di Lussemburgoil 3 dicembre, alla Koningin Elisabethzaal di Anversadove l’Orchestra si esibirà per la prima volta il 4 dicembre, e il 6 dicembre al Konzerthaus di Vienna come preludio al periodo delle festività.