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Dal Festival di Berlino a Sky la serie “Dostoevskij” con Filippo Timi

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Ideata dai Fratelli D’innocenzo la serie “Dostoevskij” prodotta da Sky Studios e Paco Cinematografica dal 27 novembre su Sky e in streaming su Now. Filippo Timi (Enzo Vitello) è l’investigatore a caccia dell’enigmatico serial killer: Nel cast con lui Gabriel Montesi, Carlotta Gamba e Federico Vanni

Uno dei ruoli più riusciti di Timi: durante la visione degli episodi è chiara la libertà interpretativa che i Fratelli D’Innocenzo gli hanno lasciato. Filippo torna sul grande schermo recitando e dando il suo significato all’opera. Entra nel personaggio esplorandone tutte le sfaccettature caratteriali sia negative che positive. Recita e si prepara come se fosse a teatro. Enzo Vitello vive in lui.

Finalmente Filippo Timi è tornato, nella versione edulcorata degli ultimi tempi aveva perso di intensità prendendo un aspetto da bravo ragazzo, sempre con un livello molto alto di interpretazione, ma in cui mancava lo “sporcarsi le mani”.

Il personaggio giusto è l’investigatore a caccia di un serial killer e l’intuizione giusta dei registi è quella di lasciargli carta bianca. I toni scuri della serie sono gli occhi di Filippo ormai quasi completamente affetto da cecità attraverso i quali porta lo spettatore a sentire gli odori, i rumori e le sensazioni, avendo un’azione disturbante dovuta alla troppa umanità.

Vomita, si comporta male, è irrispettoso, in un episodio si sottopone a una colonscopia. Sfida il killer e di conseguenza sfida il pubblico. Perde tutto, l’amore dell’unica figlia, la casa, i rapporti coi colleghi ma rimane sempre sé stesso lasciandoci sempre turbati, come a teatro, in cui si percepiscono gli umori di tutta questa umanità carnale e terrena di cui facciamo parte, di cui non si parla, che non si mostra e ci fa anche un po’ schifo. 

Difficile anche per il cast stare al livello di Timi, ci riesce Federico Vanni che è un degno compagno con un passato di intense esperienze teatrali. Più giovane Carlotta Gamba nel ruolo della figlia tossicodipendente e abbandonata che a volte sembra un po’ forzata nella parte e Gabriel Montesi il poliziotto che compete con Vitello nelle indagini.

Il rapporto emotivo che si instaura tra Vitello e il serial killer attraverso le lettere, le parole e poi ancora lettere, scritte mano, fitte di caratteri sono la parte coinvolgente della serie dal punto di vista intellettuale in una modalità noir e sono la chiave per lo svelarsi e farsi trovare del serial killer quando descrive gli ultimi momenti di vita delle sue vittime.