“Cenerentola” ha debuttato il 28 maggio al Teatro Nazionale di Roma in una versione originale e moderna creata dai giovani artisti di “Fabbrica”, alla regia Antonella Lo Bianco, in scena con gli allievi della Scuola di Danza dell’Opera di Roma diretta da Eleonora Abbagnato fino al 31 maggio
Tratta dall’operetta di Pauline Viardot la fiaba prima di Charles Perrault, successivamente rivista dai fratelli Grimm nell’800 ha origini antichissime, numerose le versioni e i punti di vista finora analizzati, tranne l’originalissima sfaccettatura della solitudine di Cenerentola messa in scena dagli artisti di “Fabbrica” del Teatro dell’Opera di Roma.
La giovane ragazza passa le sue giornate da sguattera alla mercé di sorellastre e padre (Mattia Rossi), che si fa chiamare “Barone” accentuandone le distanze, in solitudine.
La scenografia richiama per i colori e i motivi ripetitivi del fondale le illustrazioni dei libri nelle antiche fiabe, spettacolari incastri e movimenti in scena di porte che si aprono come fossero cassettoni e bauli, accentuano la camminata sgraziata delle sorellastre, dal passo volutamente pesante sul legno scuro, articola il palcoscenico.
Abiti che cadono dall’alto all’aprirsi di altri bauli subito dopo l’invito al ballo, cambi di scena in plein air, sotto gli occhi degli spettatori, creano un’ulteriore magica e fiabesca interpretazione della storia.
Cenerentola in realtà è una ragazza sola, non ci sono gli uccellini e i topolini, come nella versione di Walt Disney, a farle compagnia, se ne percepisce la bontà quando rinunciando al ballo aiuta nella vestizione le capricciose sorellastre o quando lascia tutto quello che possiede al ciambellano mascherato da mendicante.
I costumi di Mario Celentano sono moderni, richiamano al passato quelli di Cenerentola impegnata in un cambio d’abito originale quando appare la fatina e numerose mani fuoriescono dal letto verticale spogliandola per mostrare il vestito per il ballo.
Cenerentola nonostante il desiderio di poter andare al ballo, fino a mezzanotte, durante la serata è rappresentata con il suo alter ego in versione “povera” che ne accentua la solitudine anche in mezzo alle altre persone. Non mancano momenti comici nelle perfette movenze e capricci delle sorellastre Armelinde (Ekaterine Buachidze) e Maguelonne (Valentina Gargano), con le danze degli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera che si esibiscono su moderne musiche di stili diversi, eseguite dal vivo al pianoforte da Zenoviia- Anna Danchack e Pavel Tialo.
La sensazione di riscatto e la conquistata felicità non si percepiscono, in maniera delineata, nel finale, la lettura moderna, fa sì che Cenerentola non sia grata di essere “salvata” dal Prince Charmant (Eduardo Niave) ma che nonostante l’amore e le buone intenzioni aspiri ad una libertà diversa?
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