Tre sono le date il 24, 26 e 27 aprile in cui il giovanissimo Direttore Tarmo Peltokoski sul podio all’Auditorium Parco della Musica insieme al pianista Alexandre Tharaud, l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia e il coro di Voci Bianche, il primo diretto da Andrea Secchi il secondo da Claudia Morelli esegue i brani scelti dalle composizioni di Modest Musorgskij e George Gershwin
La prima scelta, come da programma, “Una notte sul Monte Calvo” dall’opera “La fiera si Soročinski” in cui si può ritrovare tutto il carattere del compositore. In occasione del concerto è stato scelto “Il sogno di Gričko” in cui il protagonista è caduto addormentato ubriaco la notte prima di riuscire ad ottenere, dopo tante peripezie, la mano della ragazza amata. Il sogno è un raduno notturno di streghe e demoni ambientato la notte di San Giovanni tra il 23 e il 24 giugno. La voce bellissima del basso Giorgi Manosghvili conclude il finale troneggiando con gli applausi.
A seguire, in occasione del centenario dalla prima esecuzione del 13 febbraio 1924, l’opera di George Gershwin “Rapsodia in blu, per pianoforte ed orchestra”. Siamo in un’elettrizzante New York e la composizione raggruppa l’eterogeneità del momento, la ricchezza culturale ed artistica dell’epoca con, in alcuni passaggi, la prevalenza dell’Orchestra alternata al pianoforte nell’assolo. Un crescendo tonale aumenta la tensione e l’attesa riesce a rilasciare l’energia nel finale. Il pianista è amato dal pubblico che ne apprezza ogni sfumatura interpretativa lasciandosi trasportare nella ricchezza del fermento degli anni ’30
Il Direttore, composto, sembra talvolta semplicemente tenere il tempo per sé mentre tutta l’Orchestra lo segue in ogni minimo cenno, anche l’abito è sobrio con il collo orientale che gli conferisce un’autorevolezza posata. È giovanissimo ma non lascia trasparire emozioni incontrollate e domina il concerto con maestria.
Nella seconda parte del concerto si torna al compositore Modest Musorgskij in “Quadri di un’esposizione” la cui orchestrazione fu di Maurice Ravel di cui si intuisce l’attitude verso la perfezione.
Tarmo Peltokoski sembra lasciarsi totalmente trasportare e, allora, le braccia ondeggiano e s’impongono vistosamente tra i suoni della tromba e delle numerose percussioni che dominano i temi con la cornetta e gli oboe in un susseguirsi di variazioni di velocità e tono e timbri che caratterizzano la composizione intrisa delle due mani di Musorgkij e Ravel.
Qui il Direttore lascia i toni sommessi lasciando spazio ad ampi movimenti passionali trascinato dalla composizione imponente complice il suono dei piatti e delle percussioni che nel finale che troneggiano in una continua trasformazione della composizione.
Dalla Russia alla Francia passando per gli Stati Uniti questo è il risultato quando la musica trae spunto dai toni popolari per elevarsi in sublimi composizioni.