“The Creator” di 20th Century Studios, New Regency ed Entertainment One, è un epico thriller d’azione fantascientifico ambientato in una guerra futura tra gli esseri umani e le forze dell’Intelligenza Artificiale. Diretto da Gareth Edwards il film è nelle sale italiane dal 28 settembre 2023 distribuito da The Walt Disney Company Italia
In un futuro dispotico l’IA ha preso il sopravvento sulla specie umana, la guerra è in atto tra paesaggi che ricordano l’ambientazione di Blade Runner,1982 diretto da Ridley Scott e astronavi idilliache con prati verdi coltivati. Nessuno è al sicuro.
L’IA può camuffarsi prendendo sembianze umane e la lotta sembra impari fino a quando Joshua (John David Washington) un ex agente delle forze speciali che ha da poco perso in un attacco la moglie incinta (Gemma Chan) viene obbligato, perché è l’unico che conosce il nemico e i territori, a trovare il Creatore che ha sviluppato un’arma per distruggere definitivamente tutta l’umanità.
Quest’arma è in realtà una bambina (Madeleine Yuna Voyles) ed è l’anello di congiunzione tra l’essere umano e l’IA, un ibrido creato appositamente e dai poteri eccezionali.
La trama del film diventa così un lungo viaggio interiore per Joshua che ha perso la sua bambina e per la ragazzina che troverà in lui un genitore accudente ed emotivo che sarà la strada per il suo completamento umano. Dalle esperienze la ragazzina apprenderà, l’IA che è in lei imparerà ad amare ed emozionarsi a provare empatia, dolore, attaccamento e gioia.
Con “The Creator” vi è quel tentativo di umanizzare l’IA che ancora vediamo fredda e distaccata in una ricerca continua di inglobare il diverso per una nostra rassicurazione. La trama è originale anche se a volte si perde troppo nell’azione, alcuni easter egg di film celebri come “Guerre stellari”, 1977 di George Lucas ad un certo punto appare un modificato C1-B8 e il citato “Blade Runner” a volte per la scenografia, richiamano i classici irraggiungibili della storia del cinema.
La realizzazione di un film di fantascienza è il sogno fin da bambino del regista Gareth Edwards che ha realizzato nel 2016 “Rogue One: A Star Wars Story” anticipato dal successo di “Monsters” del 2010 che segna il passaggio di Edwards da l’Inghilterra all’impero hollywoodiano segnandone l’entrata con il successo immediato.
Alieni, fantascienza, action, sono i temi ricorrenti del regista che grazie alla enorme produzione per “The Creator” ha potuto realizzare il film uscito nel momento perfetto infatti afferma: “Il tempismo di questo film è surreale. Anche se abbiamo sviluppato questo film per anni, la sua uscita avviene in un momento affascinante in cui il mondo sta lottando con molte delle questioni e degli interrogativi che volevamo affrontare con il film: cosa significhi essere umani, se l’AI possa essere senziente, la questione del bene e del male tra l’AI e tra le persone. Penso davvero che esplorare questi interrogativi sia ciò che la fantascienza sa fare meglio”.
“In origine, ho pensato all’AI in questo film come a una metafora di altre persone diverse da noi, che spesso vediamo come il nemico. Poi, quando mi sono messo a scriverlo, hanno iniziato a venire a galla tutti questi dilemmi filosofici. Per esempio, se ci fosse un’AI che sembrasse 100% vera nell’interazione, cosa succederebbe se non vi piacesse quello che fa? Riuscireste a spegnerla? Sarebbe sbagliato spegnerla? Cosa succederebbe se non volesse essere spenta? All’epoca sembrava un po’ inverosimile, come se fosse una cosa di cui ci saremmo dovuti occupare solo di lì a 30 anni”.
Prosegue Edwards: “Ma stranamente, mentre giravamo, uscivano tutte queste notizie su informatori delle Big Tech che ci avvertivano di quanto si fosse evoluta l’IA, di come venisse sviluppata per scopi commerciali, e di come potesse sostituire il lavoro umano. E sembra che ora siamo al punto di svolta: il vaso di Pandora è stato aperto. E questo film, per puro caso, è completamente incentrato su questo tema. È reale? Ha importanza? Dovremmo accettarla? Dovremmo distruggerla? Questi concetti sono al centro del film. Quindi, da questo punto di vista, ha un tempismo perfetto”.