Giovedì 1° giugno alle 19.30, con repliche sabato 3 e domenica 4 giugno alle ore 18 sul podio dell’Auditorium Parco della Musica il direttore francese Lionel Bringuier ad aprire il concerto “Concerto in re minore per due pianoforti” e orchestra di Francis Poulenc con la partecipazione di due solisti d’eccezione, Hyung-ki Joo, il “Joo” del celebre duo Igudesman&Joo, e Stefano Bollani. Nella seconda parte insieme all’ Orchestra di Santa Cecilia si unisce il Coro diretto dal maestro Piero Monti per “Daphnis et Chloé” di Maurice Ravel
Siamo improvvisamente catapultati negli anni ‘30 il Concerto in re minore per due pianoforti di Poulenc fu commissionato dalla Principessa di Polignac appositamente per il desiderio di vedere seduti sullo stesso palco Jacques Février e Francis Poulenc con i due pianoforti.
Composto in soli due mesi e mezzo è eseguito a Roma, per la prima volta insieme, da Hyundai-Ki Joo e Stefano Bollani. Due personalità molto diverse entrambe creative e capaci di attirare a sè un pubblico variegato. Il primo carismatico e composto, con una camicia verde acido e una giacca dai motivi floreali, i capelli neri e liscissimi che seguono i movimenti delle mani; il secondo il re del jazz dalle mani enormi abili nell’eseguire ogni brano a lui proposto ma coi capelli scomposti, raccolti in una coda. La dicotomia delle personalità si riunisce solo nella musica di Poulenc nata per questo Concerto con l’unico intento del divertissement.
Il primo movimento l’ Allegro ma non troppo è energico e gioioso raffigura appieno lo stile anni ‘30 calando il pubblico in una dimensione parigina offuscata solo da qualche movimento che rappresenta qualche zona d’ombra.
Il Larghetto, incorniciato da movimenti mozartiani, compositore amatissimo da Poulenc, si conclude con un finale Allegro molto dal sapore cinematografico come se i due pianoforti dialogassero scambiandosi le battute di un copione.
I due pianisti hanno stili molto diversi ma qui sono uniti in un unico meraviglioso concerto. Il bis allegro e ritmato di una “Brasileira” ha estasiato il pubblico.
In sintonia con l’allegria creatasi i due pianisti continuano il bis con una gag di “gelosia” sull’utilizzo dello stesso pianoforte con due copioni che ricorda le battute di Stanlio e Ollio nei film anni ‘30 concludendo la prima parte “Nel regno di Pan”.
La seconda parte della serata è dedicata a Maurice Ravel coetaneo di Poulenc e parigino anch’esso. Sul palco per eseguire la sinfonia coreografica in tre quadri oltre all’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia il Coro diretto da Monti e il giovane direttore d’orchestra Lionel Bringuier associato all’Opera di Nizza che, per tre serate, dirige “Daphnis et Chloé” di Ravel con la sua avvolgente partecipazione intensa e idilliaca come la composizione che interpreta alla perfezione trascinando l’Orchestra di Santa Cecilia e il Coro.
La prima esecuzione della composizione fu eseguita a Parigi nel 1912 ma la strada che ha portato l’opera ad essere completata è stata lunga e tumultuosa. Ravel ha ripreso numerose volte l’intero progetto sopratutto nel finale. Il risultato ispirato alla Grecia antica della composizione commissionata da Diaghilev sul soggetto di Fokine allora coreografo dei Ballets Russes non ha trovato poche incomprensioni tematiche tra i due.
La trama è centrata sulla scoperta del sesso tra i due giovani pastori Daphnis e Chloé, il rapimento di lei da parte di pirati, poi salvata dal dio Pan per congiungersi al suo amato in un festoso baccanale, trionfante con l’esecuzione dell’Orchestra.
L’ingresso ripetuto e simultaneo dei vìolini dona un carattere moderno dell’opera di cui si posso immaginare tutti i protagonisti e le azioni come se sul palco ci fosse anche la rappresentazione del balletto di ““Daphnis et Chloé” .