Tre serate dedicate allo stimatissimo direttore d’orchestra svedese Herbert Blomstedt che già con il primo concerto di stasera (repliche il 19 alle 20.30 e il 20 maggio alle 18) ha riscosso ritmati applausi del pubblico, commosso, consapevole dell’unicità del concerto. In programma l’esecuzione della Sinfonia n.3 in re maggiore D 200 di Franz Schubert e la Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore “Romantica” di Anton Bruckner con l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia
La Sinfonia n. 3 scritta da Schubert nel 1815, pochi mesi prima di diventare diciottenne inizia con un trionfante Adagio maestoso seguito da un Allegro con brio che riempie di gioia anche se fu composto in un periodo triste della vita del fruttuoso compositore, la morte della madre risaliva ad appena tre anni prima.
La Sinfonia prosegue con l’Allegretto caratterizzato da una delicatezza estrema per poi riprendere la musica da ballo amata da Schubert nel Menuetto e, infine, per concludersi con il Presto vivace in un ritmo più sostenuto di 6/8 in cui esprime la danza mediterranea.
Herbert Blomstedt il Direttore d’orchestra che Santa Cecilia accoglie nelle tre giornate di maggio è delicato coi movimenti, nobile ed elegante dirige l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia con un solo un piccolo cenno della mano e del braccio, con la modestia che lo contraddistingue e, segno che accentua la sua bravura, senza la partitura che rimane sul leggio chiusa nella sua elegante custodia in pelle bordeaux. Blomstedt non la utilizza neanche durante le prove ricordandosi ogni brano a memoria. Dopo pochi minuti siamo consapevoli dell’irripetibilità del concerto, che non avremo mai più l’occasione di rivedere nella vita.
Nella seconda parte del concerto la Sinfonia di Bruckner al cui nome è ispirato il libretto della serata “Sinfonia Romantica” è esattamente nello stile trionfante dal sapore wagneriano del compositore.
Inizia con il primo movimento con Bewegt, nicht zu schnell che illustra il metodo compositivo dell’autore, a seguire un Andante, quasi allegretto e uno Scherzo che inizia in “punta di piedi” in contrasto con il suo essere, i suoi modi e la fisicità è delicato e così la sua composizione.
Le corde di violino sono pizzicate, Bruckner commuove con la sua delicatezza ricca di piccole sfumature. Riempie l’anima, resa poi spettacolare con il contrasto tra il direttore delicato e deciso e la turbolenza di emozioni che scatena l’orchestra nelle seguire la composizione di Bruckner…un tamburo in lontananza chiude il terzo movimento.
Tromboni e fagotti in un corale crescendo conquistano lo spettatore, la natura è presente in ogni nota della sinfonia, si percepiscono i cavalli, gli animali della forsesta, la natura che urla la sua potenza attraverso la musica del compositore capace con la sua rudezza di far uscire l’animo nobile e delicato che vi è nascosto dentro.
Nel Finale il direttore Herbert Blomstedt accompagna le note cullandole tra le braccia con movimenti delicati lasciando il pubblico estasiato per aver assistito all’irripetibile connubio tra Bruckner e Blomstedt unico e magico.