Chiara Ferragni trascina nel suo mondo il Teatro Ariston e Amadeus

Il 7 febbraio si è conclusa all’una e mezza di notte la prima serata della 73esima edizione del Festival di Sanremo con protagonisti i conduttori Amadeus e Gianni Morandi che hanno presentato i primi quattordici artisti in gara. Al loro fianco Chiara Ferragni che ha portato la sua semplicità e determinazione sul palco del Teatro Ariston

L’evento-scandalo della serata è stato sicuramente la reazione di Blanco che non è riuscito a gestire la frustrazione di non “sentire in cuffia la sua voce” e per rappresaglia e divertimento ha distrutto i fiori sul palco del Teatro Ariston a suon di calci e non di note, disprezzando il lavoro altrui, la Rai e il pubblico pagante in presenza e da casa. Morandi con i suoi settantotto anni ha dimostrato invece che il successo di Sanremo è grazie al lavoro di gruppo e ha un valore, mettendosi con una scopa ad aiutare e a pulire. Ma basta dare spazio agli urlatori, i cambiamenti si fanno sottovoce e tra l’altro proprio dalla sua generazione ci aspetteremmo un’attenzione maggiore al pianeta.

Chiara Ferragni è l’opposto con un sorriso, un’incertezza, mostrando le sue debolezze ha fatto arrivare i suoi messaggi cogliendo l’occasione del palco più grande d’Italia e così, la sua lotta contro la violenza delle donne si è fatta sentire con gli abiti e la sua voce.

Il primo “Il vestito manifesto” è un Dior nero con la stola bianca e la frase impressa sopra “Pensati libera” ispirata all’opera di Claire Fontaine. Un invito a tutte le donne ad essere se stesse che sta molto a cuore dell’imprenditrice digitale.

Il secondo è “L’abito senza vergogna” una creazione di Mariagrazia Chiuri per Dior, un abito in tulle color carne ad effetto nudo integrale che Chiara (ci tiene a precisare) è un disegno, non è nuda. L’abito per liberarci dalla vergogna e non sentirsi sempre giudicate per il nostro modo di vestire.

Arriviamo al terzo abito della serata in bianco con le scritte ricamate con perle nere di alcuni commenti degli haters “L’abito contro l’odio” che ha presentato insieme ad alcune donne dell’Associazione Donne in rete contro la violenza (D.i.Re) che sostiene.

L’ultimo abito anch’esso Dior e Mariagrazia Chiuri “La gabbia” una tuta in jersey ricamata di strass color oro intrappolata in una gonna di tulle ispirata all’artista Jana Sterbak, una speranza per le donne di domani e di oggi di potersi liberare dalle imposizioni del patriarcato.

Della serata non bisogna dimenticare la presenza per la prima volta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in balconata con la figlia, sempre composto, divertito dal monologo di Benigni che lascia riflettere sui valori della libertà acquisiti proprio con la Costituzione italiana 75 anni fa: il 1 gennaio 1948, valori di cui troppo spesso ci dimentichiamo. L’articolo 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” ripreso proprio da un discorso che ha fatto alcuni giorni fa il Presidente sulla libertà di stampa: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Un momento di unione collettivo con il canto dell’Inno di Mameli.

Riguardo ai primi quattordici artisti in gara ad esibirsi (oggi si esibiranno gli altri quattordici) l’emozione era densa e ha inficiato su alcune interpretazioni che di sicuro saranno più apprezzabili dopo diversi ascolti in radio.

Mr Rain ha portato con sé sul palco un coro di bambini il cui effetto è stato di sicuro vincente. Troppa emozione per Ultimo e Anna Oxa. Ottima interpretazione dei Coma_Cose, Leo Gassmann, Gianluca Grignani e Mara Sattei l’ultima ad esibirsi quasi all’una di notte.

Fiorello a “Viva Rai 2…Viva Sanremo!” nel dopofestival ha ironizzato sul comportamento di Blanco commentando poi durante la diretta gli abiti dei cantanti in compagnia della “Boomerissima” Alessia Marcuzzi.