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“Settembre, andiamo” al Teatro Belli la stagione teatrale 2021-2022 

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Teatro Belli- Stagione 2021-2022
“Settembre, andiamo”. Comincia così la prima strofa della celeberrima poesia di D’Annunzio dal titolo “I Pastori”. Vi si parlava delle migrazioni stagionali; un concetto che, traslato, possiamo tradurre in una riapertura delle porte  del Teatro Belli leggermente in anticipo rispetto al nostro solito

E non tanto perché la nostra sala possa offrire un fresco rifugio dalla calura di questa coda d’estate, quanto per la fame di Teatro che avvertiamo esserci in giro, dopo un periodo di autentica carestia della cultura che la sola riapertura dello scorso maggio non poteva essere sufficiente a soddisfare. Motivo per cui siamo qui a proporvi, nella seconda metà di settembre, di “migrare” al Teatro Belli per questi dieci spettacoli, molto diversi l’uno dall’altro. 

Nella speranza di farvi ridere, piangere e, più in generale, emozionare; in una parola il nostro lavoro. 

Questa è la 51a stagione del Teatro Belli. La prima senza il suo fondatore Antonio Salines, al quale tutto gli artisti che partecipano questa rassegna erano legati da profondo affetto. 

La capienza del teatro terrà conto delle norme tuttora vigenti in termini di distanziamento e l’ingresso sarà consentito solo a coloro in possesso di Green Pass. 

16 settembre 
IN PROSA E IN VERSI
Concerto a due voci
con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini 

Mentre la felice esperienza della tournée di “CASINA o le allegre comari di Plauto” non si è ancora conclusa, Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini – in coppia sul palcoscenico come nella vita – continuano la loro collaborazione con il Teatro Belli con questo excursus tra prosa e poesia che parte dagli albori dei Teatro per arrivare fino a opere del novecento e dei nostri giorni. Poesie e brani di autori classici e contemporanei si fondono quindi, senza soluzione di continuità, in un tour de force attoriale pieno di suggestioni e lirismo. 

17-18 settembre 
MOBY DICK 
un racconto di Massimo Vincenzi
tratto dal romanzo omonimo di Herman Melville con Edoardo Siravo
messa in scena a cura di Carlo Emilio Lerici 

Rappresentato per la prima volta al Festival Kals Art di Palermo, nella bellissima cornice di Palazzo Bonagia il 2 agosto del 2006, questo indiscusso capolavoro dello scrittore americano Herman Melville viene nuovamente messo in scena, al Teatro Belli, con protagonista Edoardo Siravo e la messa in scena a cura di Carlo Emilio Lerici, in omaggio all’autore e giornalista, Massimo Vincenzi, a un anno e mezzo dalla sua scomparsa.
La storia, avventurosa e fantastica, è celebre: si narra di un giovane marinaio, Ismaele, che stringe amicizia fraterna con un “selvaggio” forse d’una tribù di cannibali, Queequeg, marinaio di lunga esperienza e suo naturale maestro. I due si imbarcano sulla baleniera Pequod il cui comandante, il capitano Achab, ha avuto una gamba sradicatagli via da una balena di enormi dimensioni e sconfinata forza, Moby Dick, dall’insolito colore bianco.

Se egli come altri concorrenti cerca di arrivare per primo nelle acque dove si trovano le balene per catturarle e ricavarne il prezioso olio, scopo supremo della sua esistenza è però ritrovare il “mostro bianco” che lo ha menomato per sempre e perpetrare la propria vendetta uccidendolo.

Quando riuscirà a raggiungere Moby Dick, però, in un duello mortale sarà lui a perdere la vita e l’intera nave verrà distrutta, ma Ismaele, sopravvissuto, potrà raccontarne la storia. In questa versione di Massimo Vincenzi, però, sarà il capitano Achab, interpretato da Edoardo Siravo, a raccontarci la sua caccia alla mitica creatura marina, che in questa ricerca simbolica e inafferrabile, sembra essere, in una proiezione metaforica di significati, l’idea stessa di Dio. 

19 settembre 
MY BRILLIANT DIVORCE 
di Geraldine Aron
con Francesca Bianco
e con (in video)
Susy Sergiacomo, Fabrizio Bordignon, Martina Gatto, Germano Rubbi, Antonio Palumbo regia video Enzo Aronica
regia Carlo Emilio Lerici 

Come si fa a sopravvivere con ironia ad un divorzio e come si fa a reinventarsi la vita, da single, a cinquant’anni? Ce lo racconta Angela (Francesca Bianco), la protagonista di questa commedia brillante. La vicenda prende inizio quando Max (soprannominato Palla da Biliardo), ha da poco lasciato Angela per una giovane amante argentina. Come se non bastasse anche sua figlia se ne è andata di casa, per andare a vivere con il fidanzato. Ma prima di andarsene le ha rivelato che le scappatelle del marito andavano avanti ormai da parecchio tempo, e che lei era l’unica a non saperlo. Rimasta sola, con l’unica compagnia del suo cane Jack, Angela deve imparare a fare i conti con la sua nuova condizione di “single involontaria”.

Alternando la rabbia nei confronti del marito traditore, attimi di gioia per la libertà ritrovata, la speranza per un’eventuale riconciliazione e la riluttanza nel firmare le carte per il divorzio, Angela ci fa ridere e commuovere mentre racconta le sue avventure per ricostruire la propria vita;

dalla help line telefonica per aspiranti suicidi alla visita in un sexy shop, passando per appuntamenti con uomini improbabili e pacchetti vacanze per single.

Il tutto accompagnato dai fuochi d’artificio che scandiscono il passare del tempo. 

Una trama semplice, ma assai frequente nella vita di molte donne, che si cala con leggerezza nei temi della solitudine, di come un genitore debba affrontare la separazione dai propri figli diventati grandi e di come una donna, che si è sempre vista come moglie e madre, improvvisamente debba ricostruire una propria dimensione personale, libera da questi ruoli tradizionali. Un racconto al femminile che molto ci dice di come la società vede le donne singles, contornato da voci e personaggi della vita di Angela, in parte interpretati dalla stessa Angela e in parte presenti nei video con i quali la stessa Angela dialoga.

20 settembre 
VIVA LA VIDA!
Frida Kahlo e Chavela Vargas
di Valeria Moretti
con Francesca Bianco ed Eleonora Tosto alla chitarra Matteo Bottini
regia Carlo Emilio Lerici 

Frida Kahlo ha 18 anni quando in un incidente il corrimano di un autobus le trafigge la schiena, dal bacino alle spalle. Rischia di morire, ma riesce a sopravvivere ed è costretta a rimanere a letto per mesi. È allora che comincia a dipingere, iniziando a ritrarre se stessa, l’unico soggetto che riesce a vedere, riflesso in uno specchio sul soffitto. Da qui parte il suo racconto a Chavela Vargas, mitica cantante messicana, in un viaggio poetico e visionario che, intrecciando musica e teatro, ci conduce nella vita di una delle figure più carismatiche della cultura messicana. 

Ieri, come oggi, intensità e passione.

Dall’amore con Diego Rivera, che lei stessa definiva “il secondo incidente grave” della sua vita, agli anni rivoluzionari e al rapporto con Trockij.
Francesca Bianco, che dà voce alla pittrice, ed Eleonora Tosto al canto che interpreta le canzoni di Chavela Vargas, accompagnate alla chitarra da Matteo Bottini, si alternano in uno scambio di emozioni e suggestioni oniriche, nelle quali arte, musica e vita appaiono imprescindibili. 

22 settembre 
L’ASSEDIO
La guerra dei condottieri
di Germano Rubbi
con Fabrizio Bordignon, Paolo Pinelli, Germano Rubbi aiuto regia Gabriela Carmen Marin
suggestioni musicali Francesco Verdinelli
regia Germano Rubbi 

Lo spettacolo racconta una delle vicende militari più significative della vita di alcuni capitani di ventura più astuti e coraggiosi del XV° secolo: la battaglia per la liberazione di Brescia.

Il racconto, presentato sottoforma di mise en espace dialogata, darà voce ad alcuni di questi personaggi che appariranno in prima persona: ripercorre tutte le vicende legate all’assedio di Brescia e alla spedizione in Trentino nell’inverno del 1440 con tutte le dinamiche storico politiche che hanno dato vita a questo episodio.

I sotterfugi per la presa del potere, le scorribande improvvise dei nemici e le battaglie condotte sul campo, unite alle strategie diplomatiche, vengono qui rappresentate in un racconto in cui la voce dei protagonisti ripercorrono non solo le vicende narrate, ma anche le sensazioni, le paure e le certezze dell’uomo alla guida dei suoi soldati pronti a seguirlo nelle sue imprese. Erasmo da Narni, Braccio da Montone, Niccolò Piccinino ed altri parlano in prima persona, e questo è già un avvenimento, riportando in vita le sensazioni ed i ricordi in un racconto in cui, non è tanto la descrizione dei fatti narrati a coinvolgere lo spettatore, quanto il punto di vista dei narratori riguardo lo svolgersi degli eventi di cui sono stati protagonisti attivi. 

Le notti passate a studiare la strategia migliore, le marce forzate accompagnate dalla fatica e dalle imprecazioni, l’odore dolciastro del sangue e quello acre del sudore sul campo di battaglia: i capitani di ventura svuotano la propria memoria raccontando tutto ciò che, sui libri di storia e nelle cronache, non viene mai descritto: la dimensione umana. 

Teatro Belli di Antonio Salines 

Piazza Sant’Apollonia, 11/a (trastevere) Tel. 06 58 94 875 – fax 06 58 97 094 

info@teatrobelli.it www.teatrobelli.it