Debutta domani su Netflix la serie “Zero” in otto episodi, ispirata al libro edito da Mondadori “Non ho mai avuto la mia età” di Antonio Dikele Distefano, prodotta da Fabula Pictures con la partecipazione di Red Joint Film
“In questa serie c’è un po’ della mia storia” dichiara Dikele Distefano l’autore del libro, in conferenza stampa, “Non volevamo raccontare la storia di un supereroe in senso classico, Zero è la nostra storia e spero che diventi la storia di tutti”.
“Zero” è la storia di un ragazzo figlio di immigrati di prima generazione che vive in un quartiere alla periferia di Milano: il Barrio.
Il suo mestiere è il rider, ma il suo sogno è quello di diventare un fumettista famoso, magari in Belgio dove la tradizione delle bande dessinée è tradizionalmente più radicata. Tuttavia il legame con il suo quartiere, il Barrio, l’amore e le nuove amicizie metteranno in dubbio ogni progetto di fuga proprio quando scoprirà di avere un super potere speciale.
Nel cast molti giovani attori, che hanno potuto finalmente esprimere la loro valenza recitativa senza ricoprire unicamente ruoli di immigrati, ma bensì di protagonisti di una storia portando, insieme agli attori esordienti, freschezza e spontaneità.
Tra di loro Giuseppe Dave Seke che interpreta il protagonista Zero, è alla sua prima esperienza cinematografica, entusiasta, gli sembra di vivere in un sogno, ci racconta di avere già un super potere nella vita “Vedere il bello anche nelle piccole cose, che mi permette di vedere il mondo più dorato”.
Gli altri attori, oltre Zero, sono Haroun Fall (Sharif), Beatrice Grannò (Anna), Richard Dylan Magon(Momo), Daniela Scattolin (Sara), Madior Fall (Inno), Virginia Diop (Awa), Alex Van Damme (Thierno), Frank Crudele (Sandokan), Giordano de Plano (Ricci), Ashai Lombardo Arop(Marieme), Roberta Mattei (La Vergine), Miguel Gobbo Diaz (Rico) e Livio Kone (Honey). Il gruppo è coeso e legato, dopo i mesi passati durante le riprese a causa del lockdown in un albergo, si sono molto uniti e si vede anche sullo schermo da cui trapela la spontaneità, il divertimento che hanno vissuto nel girare le scene e, che coinvolge lo spettatore.
E, mentre il romanzo spinge verso la riflessione, la serie colpisce per la leggerezza, unica strada per affrontare tutti gli argomenti importanti trattati nelle puntate, l’emarginazione sociale, le nuove generazioni italiane nate in Italia che. per il colore della pelle non vengono considerate tali, il mestiere del rider, le periferie.
Uno degli aspetti fondamentali della storia raccontata in “Zero” è la volontà del gruppo di migliorare le cose, il Barrio non è più il ghetto da cui fuggire, ma la loro casa di cui prendersi cura e da migliorare, il loro quartiere è il loro orgoglio.
Zero è un progetto di cambiamento, uscirà in 190 paesi, l’obiettivo è quello di diventare la prima serie che rappresenti la normalità, non più il desiderio di essere riconosciuti come italiani, ma di esserlo e basta, visti non solo per il colore della pelle, ma come individui. Zero “in fondo” è la storia di un ragazzo che ha un super potere legato alle emozioni e un sogno nel cassetto.
La regia di “Zero” è di Paola Randi, Mohamed Hossameldin, Margherita Ferri e Ivan Silvestrini. Nella colonna sonora “Zero”, un inedito scritto da Mahmood, D. Petrella, D. Faini e prodotto da Dardust