Le bande dessinée e di conseguenza i film d’animazione fanno da sempre parte della tradizione francese, questo lungometraggio del 2019, tratto dal romanzo dell’algerina Yasmina Khadra, è frutto di una collaborazione tra Francia, Lussemburgo e Svizzera
Les Hirondelles, sono le rondini, simbolo di libertà che gli abitanti di Kaboul e, soprattutto le donne, vorrebbero, schiacciati dai talebani e i mollah. Ed è proprio così che comincia il film dai colori pastello tenui e delicati, con la lapidazione di una donna adultera in una piazza a cui partecipano gli uomini lanciandogli sassi non vedendone il volto coperto dal burqua.
Mohsen è sposato con Zunaira giovane e bellissima avvocato che odia mettere il burqua e vuole scappare, andare via. Zunaira canta e disegna sulle pareti della loro casa, mentre entrambi bramano la libertà.
Ma qualcosa si spezza quando Mohsen le confessa di aver lanciato anche lui una pietra contro l’adultera.
Ne scaturisce un litigio e incidentalmente Mohsen muore, Zunaira viene imprigionata e condannata come un’assassina. Ed è qui che la sua storia s’intreccia ad Atiq il carceriere che ha come moglie la sua infermiera sposata per gratitudine ma mai amata. La donna è in fin di vita per una malattia.
I destini delle due coppie s’incastrano e come les hirondelles prendono il volo nell’unico finale possibile di libertà.
Un film al femminile, selezionato al Festival de Cannes 2019 –Un certain regard– e al Festival international du film d’animation d’Annecy 2019. Ha vinto il premio della giuria al Festival del film di Pauillac. E il premio del pubblico al Festival International du film de fiction historique nel 2019.
“Les Hirondelles de Kaboul” è stato presentato al Middle East Now il festival di cinema e di cultura contemporanea sul medio oriente è a Firenze fino all’11 ottobre al Cinema la Compagnia ma le proiezioni sono anche online per il pubblico da casa.