“Abbiamo rinunciato, sembra, alla ricerca della bellezza” inizia così il libro scoperta di Giulia Torri che ci porta per mano nella società settecentesca leggera, frivola e capricciosa, caratterizzata da un’irrefrenabile joie de vivre ma anche da un nascosto senso di vuoto
Il libro pubblicato da Donzelli Editore è bello anche al tatto, con una copertina ruvida e pregiata che ne arricchisce la preziosità. L’autrice riporta minuziosamente ogni dettaglio della vita dell’epoca partendo dal significato signorile delle ville che prendono piede nel Settecento nel Veneto, in Piemonte, in Liguria, il Lombardia nel napoletano e in Sicilia. Le ville come luogo di rappresentanza ma anche di diverse attività ludiche come la caccia, la lettura, le carte , il cibo, le feste, la musica e il teatro. Queste discipline sono approfondite da Giulia Torri in ogni singolo capitolo per soddisfare le curiosità dei lettori più appassionati.
Ville immerse in parchi all’inglese ove la libertà è la regina della natura contrapposta all’ordine del secolo precedente dei giardini alla francese. Spazi di prati verdi con laghetti circondati da salici piangenti e piante esotiche come rododendri, magnolie, camelie e azalee. La natura selvaggia ma controllata dall’uomo settecentesco che, come primo svago, ha la caccia di uccelli e lepri.
La bellezza estetica era dominante nel XVIII secolo caratterizzato dalle acconciature, gli abiti ed i bustini per le donne. Il bagno non era più visto come una pratica medica che comportava dopo, a scopo precauzionale, un giorno a letto, ma diviene piano piano un rituale, da non effettuare però quotidianamente. Preparasi per le feste ed i balli era molto più di un’occasione ma anche una maniera di mettersi in mostra oltre a divertimento puro. Passi coreografici e precisi ne scandivano le serate danzanti corredati da giochi d’azzardo e abbondanti rinfreschi a cui partecipavano anche i contadini e le contadine se organizzati all’aperto. Qui tra un minuetto e deliziosi dessert, l’universo femminile frivolo e capriccioso era al centro dell’attenzione e godeva di una libertà prima sconosciuta.
Sara Cacciarini