Mentre venerdì si decideva di sospendere la partita Sampdoria-Roma di sabato sera, causa le minacce meteorologiche che incombevano su Genova, due giorni dopo, a Roma, l’unica certezza è il dubbio.
Il dubbio se si debba giocare o sospendere Lazio-Milan, non tanto per le condizioni del campo, prontamente coperto con i teloni di nylon già dalla sera di sabato, ma per il violento nubifragio abbattutosi su Roma. Mezza città allagata, ha di fatto seriamente compromesso la possibilità di arrivare allo stadio, da parte di tutti quei tifosi che venivano da fuori il raccordo, attraverso vie consolari che, spesso, si trasformano in veri e propri torrenti in piena.
Notizie tra le più disparate si sono diffuse attraverso il tam-tam radiofonico.
Situazioni di panico in alcune zone, e in altre dando notizie di assoluta tranquillità, disparità dovute naturalmente alla grande estensione della città di Roma. Si è pensato quindi di tagliare il male a metà e, alle 13.15, si è giunti alla soluzione di posticipare l’inizio della partita alle 16. In effetti arrivati a quell’ora la pioggia era completamente scomparsa e il cielo cominciava a schiarirsi.
Inizia la partita e…una grandinata si abbatte sul malcapitato Milan.
Eh già, una grandinata di gol da parte della Lazio, che ridimensiona una squadra che è stata la regina del mercato estivo, il Milan appunto, che ceduto da Berlusconi alla nuova proprietà cinese ha speso più di 200 milioni di euro, assicurandosi giocatori di livello internazionale come Bonucci e Biglia, quest’ultimo proprio dalla Lazio, ed altri calciatori di assoluto livello.
La cronaca:
La Lazio presenta la stessa formazione che ha affrontato la Juventus nella sfida di Supercoppa del 13 agosto. Compatta, solida in difesa e centrocampo, con Luis Alberto e Milinković a supporto di Immobile. Ma è il Milan ad iniziare spingendosi in avanti, e per circa 15 minuti la Lazio subisce il suo gioco. Proprio al 15′ si fa male Wallace, e Mister Inzaghi è costretto ad operare il cambio con Bastos. Da allora comincia la partita della Lazio. Proprio Bastos al 17′ fallisce il tapin in rete da pochi centimetri sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Al 35′ Luis Alberto perde l’attimo per la conclusione a rete, ma due minuti dopo si procura un rigore per un atterramento in area ad opera di Kessié.
Immobile trasforma di potenza all’angolo. 1 a 0. Passano 4 minuti e al 42′, su cross di Lulić, lo stesso Immobile si coordina e con un gran destro al volo porta la Lazio sul 2 a 0. Si va al riposo dopo due minuti di recupero.
Inizia il secondo tempo e il Milan appare subito più aggressivo.
Al 48′ su una combinazione modello calcetto tra Parolo e Immobile, quest’ultimo insacca la terza rete personale. 3 a 0. Ma la grandine è grandine, e quando sembra già forte, ecco che imperversa ancora di più. 50′, contropiede Immobile-Luis Alberto e palla in rete. 4-0. La Lazio si placa contemporaneamente ad una schiarita del cielo ed il Milan, dopo aver operato due cambi, Calhanoglu e Kalinić al posto di Cutrone e Borini, si butta rabbioso in avanti, se non altro per la paura di subire un possibile cappotto fuori stagione, e riesce ad accorciare le distanze con Montolivo al 56′. Una parata di Strakosha su Kalinić e allora Inzaghi decide il cambio di uno stancoLulić, con Lukaku.
La partita si avvicina al termine.
Al 93′ viene espulso Parolo per doppia ammonizione, e questo peserà sulla prossima partita in quel di Genova.
Finisce 4-1 per la Lazio, in una partita che da una parte ridimensiona, almeno per il momento, le aspettative del Milan, squadra nuova per 9/11, la quale deve lavorare ancora sull’amalgama e sul gruppo, pur potendo contare su notevoli individualità, dall’altra apre nuove prospettive per il campionato della Lazio, che sembra aver trovato la formula giusta per affrontare certe partite con squadre di alto rango. Resta da vedere, nel proseguo, quanto la coperta derivata dal mercato estivo sia giusta o leggermente corta da una parte, dovendo fare a meno già da giovedì e da domenica di alcuni giocatori infortunati o affaticati, oltre la squalifica di Parolo, a Felipe Anderson ancora in infermeria e a Nani non ancora pronto.
Valter Laurenti