La stagione 2019-2020 del Teatro Ambra Jovinelli debutta con un omaggio al genio di Orson Welles che, con la sua arte irriverente, ha fatto storia nel cinema e nella radio del ‘900
Giuseppe Battiston riesce nel suo monologo a rappresentarlo alla perfezione. Infatti con questa pièce ha vinto diversi premi nel 2009 come Miglior attore e Miglior interprete di monologo (Premio UBU, Premio Olimpico del Teatro ed il Premio Hystrio Teatro Festival Mantova).
Sul palco Battiston diventa per una sera Orson Welles con tutti i suoi difetti e con l’eccentrica bravura. Ne racconta la vita in un intenso monologo su un palco ricco di oggetti di scena, costumi e bauli: il camerino della vita.
In un italiano con un forte accento inglese, fumando un sigaro Battiston introduce il “roast” il classico pezzo di carne arrostito della cultura anglosassone adatto per le occasioni speciali ma non solo, può essere anche simbolico, una rappresentazione presuntuosa, come in questo caso, della vita di Welles, attraverso la più nobile delle cotture.
Orson Wells si ricorda per la sua arte, i suoi film, la sua passione per l’illusionismo che fu quello che veramente desiderava fare nella vita.
Trovatosi genio del cinema ha dovuto percorrere quella strada passando prima per il teatro e la radio. Tutti noi abbiamo memoria viva o tramandata della radiocronaca alla CBS sull’arrivo degli alieni in “La guerra dei due mondi” a cui tutta l’America crebbe nel 1938 pensando di essere sotto attacco.
Irriverente e geniale a teatro, Welles è un artista del quale è un onore poter conoscerne la storia.
Battiston la sera della prima era visibilmente coinvolto e stanco, un discorso fra sé intenso, un ruolo difficile, come è difficile raccontare la genialità in una manciata di minuti.
Fino al 10 novembre in scena al Teatro Ambra Jovinelli il monologo sulla vita di Orson Welles scritto da Giuseppe Battiston e Michele De Vita Conti che è anche il regista della pièce. Le musiche originali sono di Riccardo Sala.