Delicata ed evanescente sono questi gli aggettivi che possono descrivere l’interpretazione di Monica Guerritore in Shen Te protagonista dell’opera di Bertold Brecht che sarà in scena al Teatro Quirino fino al 10 novembre
La pièce è un omaggio alla rappresentazione di Giorgio Strehler a Milano del 1981, a cui la Guerritore è particolarmente affezionata. I movimenti dei personaggi colpiscono lo spettatore, sono lenti, delicati e ricordano marionette animate. Lo sfondo chiaro quasi in trasparenza ne accentua l’effetto quasi onirico. Ed è come in un sogno che ci troviamo catapultati nella provincia di Sezuan dove il bene ed il male si intrecciano passando attraverso l’anima di Shen Te una semplice prostituta.
A lei si rivolgono tre dèi vagabondi che non vengono accolti da nessuno tranne dalla donna che, pur povera, accoglie nella sua umile dimora. I tre decidono di donare a Shen Te una piccola somma di denaro con cui lei aprirà una tabaccheria con la possibilità di cambiare vita. Ma non sempre ciò che sembra risolutivo e migliore alla fine lo è. Un andirivieni di parassiti bussano alla porta della donna che accoglie lasciandosi invadere fino a quando non è costretta ad utilizzare un alter ego maschile, fingendosi suo cugino, per difendersi.
“Chi è senza speranza deve poter volare, non far male a nessuno ma neanche a sé stesso”.
Cruciale nella pièce la povertà che porta uomini e donne a tirare fuori la parte peggiore del proprio essere a cui Shen Te dovrà porre rimedio difendendosi. L’amore complicherà la sua vita. Straziante la scena del matrimonio tanto atteso sulle note di Édith Piaf in cui ancora una volta l’anima di Shen te verrà ferita.
“L’anima buona di Sezuan” sarà al Teatro Quirino fino al 10 novembre 2019. Come dichiara Monica Guerritore “Mettere in scena la meravigliosa parabola di Brecht risponde alla missione civile e politica del mio mestiere. Teatro civile, politico, di poesia”.