Un padre in giorno di vacanza porta la figlia al lavoro con sé nella sua azienda agricola, è lì che la bambina conosce Ennio un adulto che non parla molto e ha lo sguardo di un bambino
Ennio ha un dono, sa riconoscere con lo sguardo se un pomodoro è acerbo, maturo o da scartare. Quello è il suo compito e lo esegue benissimo durante il giorno, mentre la sera Ennio ritorna a dormire nel centro di salute mentale. Una storia di amicizia, scoperta e valorizzazione delle abilità di ogni essere umano, sia che abbia problemi psichici, di autismo o altro.
Spesso il “diverso” spaventa e viene isolato, mentre un coinvolgimento nel quotidiano farebbe apprezzare meglio la sensibilità delle persone con disturbo mentale o che soffrono di altri disagi.
Abbiamo intervistato l’autrice esordiente Valentina De Pasca per scoprire meglio l’origine di questo racconto, profondo, ma con le illustrazioni delicate di Brunella Baldi.
Cosa l’ha portata ad affrontare questo argomento, un vissuto personale oppure lei fa parte della Cooperativa Ortolani Coraggiosi che si occupa del lavoro diurno delle persone con disabilità?
Un’esperienza personale… qualche anno fa decisi di partecipare come capo Scout insieme alla mia Compagnia Rover a un campo di lavoro organizzato da Libera. Abbiamo passato dieci giorni intensi a Sessa Aurunca, ospiti della cooperativa Al di là dei Sogni, e lì ho trovato inaspettatamente l’ispirazione
Nel suo libro Ennio è un adulto con lo “sguardo da bambino”, quindi mantiene vivo in sé l’aspetto più puro dell’anima, tanto che riesce a riconoscere i pomodori semplicemente osservandoli. Si è ispirata a una persona realmente esistita?
Il personaggio di Ennio è cucito – per molti suoi tratti – sull’immagine di una persona che ho avuto la fortuna di incontrare. Dopo quel preciso incontro ho avvertito il bisogno impellente di “mettere su carta” quanto mi muoveva dentro… non potevo tenermi tutto per me, la gratitudine nei confronti della vita che aveva creato quell’opportunità doveva essere manifestata
La bambina è l’altra protagonista della storia, lei è realmente piccola ma in questo caso fa da ponte tra la “casa” dove vive Ennio e il mondo reale. Qual è l’idea dietro a questo passaggio importante?
La bambina simboleggia lo sguardo più puro, quello che va oltre le convenzioni, i paletti che la quotidianità talvolta ci impone, l’ovvio. Come tutti i bambini osserva e domanda. Il tutto senza giudizio ma con uno spirito di grande apertura e accoglienza. Il diverso non le fa paura, ma la incuriosisce e dunque cerca l’incontro. Cerca di andare “un po’ più in là” di quel che vede ponendosi e ponendo delle domande
Parlando della grafica del libro, affidata a Brunella Baldi, la trovo molto delicata e un po’ evanescente, come se la storia fosse sospesa in aria. Il vostro connubio è nato casualmente oppure è stata una scelta mirata?
L’idea di chiedere a Brunella di collaborare ha una madrina per me molto importante: Nadia Terranova. Anche a lei va il mio grazie poiché questo progetto ha spiccato il volo proprio durante dei corsi di scrittura da lei tenuti prima a Ferrara e poi a Verona. Da subito saltò fuori il suo nome, e in effetti Brunella ha fatto un lavoro bellissimo e commovente.
Basaglia nel 1961 ha iniziato una rivoluzione portando civiltà in situazioni insopportabili, la ringraziamo di averci ricordato quello che non va dimenticato e speriamo presto in un prossimo racconto.
“Pomodori da scartare” è edito da Edizioni Gruppo Abele.